La febbre dei social e la noia gli hanno preso la mano, così un quarantunenne manduriano che era agli arresti domiciliari si è fatto scoprire dalla polizia mentre smanettava sul telefonino pubblicando video si TikTok. I.D., queste le sue iniziali, stava scontando una pena per reati contro il patrimonio ed aveva avuto il beneficio di scontarla ai domiciliari dove vige l’obbligo di non usare apparecchi di telecomunicazioni. Lui, però, lo ha fatto rendendo pubblici quegli «innocenti giochi», come li definisce la moglie, anche lei tiktoker per gioco che in un video pubblicato sul social ha voluto immortalare l’arresto del marito che è difeso dall'avvocato Antonio Liagi. (Guardalo alla fine dell’articolo)
«Ieri mio marito è stato arrestato perché faceva uso del cellulare e dei social», inizia la lettera che la signora ha inviato al nostro giornale. «Volevo esprimere un mio pensiero – continua -, per fare sapere a tutti che l’Italia ormai va a rotoli, può essere pure giusto che non debbano usare il cellulare i detenuti ai domiciliari, ma se uno sta passando il tempo e non fa niente di male – prosegue la donna -, non capisco perché questo accanimento; i magistrati dovrebbero essere contenti e dire: “sta usando i social ma sta tranquillo senza commettere reati”. Invece che fanno? Lo arrestano. Poi chi spaccia, chi uccide, chi fa reati davvero gravi – conclude lo sfogo della donna -, sono liberi dopo un giorno».
Presa poi dalla febbre di TikTok la donna ha pubblicato sul social network il video del marito che viene preso da casa dalla polizia e portato in carcere ammanettato. (Uno spezzone del video qui sotto).
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5 commenti
klon
sab 19 ottobre 20:37 rispondi a klonche orgoglio...
Ale
sab 19 ottobre 16:00 rispondi a AleUna casa giusta' e quella che ha detto cara signora che chi spaccia in un giorno torna libero invece di condannarlo immediatamente e con minimo 20 anni di carcere , solo cosi' questo maledetto fenomeno che sta rovinando la vita anche alle persone per bene , svanirebbe in pochi anni
Gregorio
sab 19 ottobre 13:17 rispondi a GregorioI tempi cambiano, prima l’uso delle manette è un sinonimo di colpa, al punto tale che molti paesi hanno decido di stabilire restrizioni sulla raffigurazione di persone in manette, al fine di evitare che il marchio infame perseguiti il soggetto ammanettato se non colpevole o oltre la condanna, mentre qui a Manduria siamo molto avanti e PUBBLICIZZIAMO L’EVENTO !!! PoverÀ nui. !!!
Dino Conta
sab 19 ottobre 12:35 rispondi a Dino ContaCara signora... i domiciliari dovrebbe essere come stare in carcere... in carcere non ci sono telefoni o TV o PC o stereo. Poi se lei pensa sia sbagliato allora la prossima volta come domiciliare lo mandiamo in qualche villaggio turistico ok?
Lisa lisa
sab 19 ottobre 15:17 rispondi a Lisa lisaForse chissà in quale era non si usavano PC o non si poteva guardare TV o ascoltare musica si può fare tutto ciò perché lo permettono il signore in questione non dava fastidio anzi è vero faceva uso di social ma insieme alla sua famiglia.e poi una persona come può reintegrarsi i una società,,?non credo che disturbasser qualcuno