
«Impossibile mantenere gli standard di qualità e quantità finora garantiti a costo di enormi sacrifici personali dei pochi dirigenti in servizio, ormai lo stress di tale sistema è arrivato ad un punto di rottura». E’ il drammatico grido d’allarme dei medici della Cgil della nefrologia e dialisi dell’ospedale Marianna Giannuzzi di Manduria che ieri hanno inviato una lettera ai vertici della Asl ionica in cui si denuncia una preoccupante situazione che mette a rischio la qualità dell’assistenza.
Nella missiva firmata dai vertici provinciali, aziendali e dell’are della dirigenza della Funzione pubblica Cgil, è contenuta tutta la difficoltà di un organico ridotto all’osso. Due soli nefrologi a tempo pieno oltre al dirigente, altre due specialiste in regime di orario ridotto e una terza assente per maternità. Un piccolo sostegno lo danno altri due medici in pensione con incarico di lavoro autonomo che coprono qualche turno. A queste poche forze è appoggiata un’utenza che dopo la chiusura della nefrologia di Martina Franca e Francavilla Fontana trova nel Giannuzzi l'unico polo di assistenza dedicata alle interminabili patologie del rene. Un esercito di malati i cui numeri vengono dettagliati nella lettera della Cgil: 90 dializzati in cura, un reparto con 8 posti letto, ambulatorio aperto per 12 ore al giorno per pazienti con insufficienza renale cronica, per controlli sui trapiantati o in lista d’attesa ed altre patologie anche rare del rene.
L’elenco delle attività continua: l’unica nefrologia che effettua le biopsie renali, offre un servizio di ecografia, di dialisi peritoneale, gestione ipertensione, posizionamento di cateteri venosi centrali per l'accesso alle terapie dialitiche; gestisce l’ambulatorio dialitico dell'ospedale San Marco di Grottaglie ed effettua consulenze nei pronto soccorso dei due presidi ospedalieri orientali di Manduria e Grottaglie. «Impossibile mantenere gli standard di qualità e quantità finora garantiti a costo di enormi sacrifici personali conseguenti all’impegno in turni estenuanti dei pochi dirigenti in servizio», si legge nella lettera che non nasconde il dramma vissuto dai pochi medici in servizio: «ormai lo stress di tale sistema è arrivato ad un punto di rottura». Il documento si conclude con l’appello rivolto alla dirigenza Asl per il reclutamento di almeno altri due medici anche specializzandi in nefrologia.
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1 commento
Ale
ven 6 ottobre 2023 09:29 rispondi a Alepultroppo il male della Sanita e' la politica con alcune scente scellerate tipo (non sbloccando il numero chiuso per i Medici) evidentemente esiste qualcosa che tramano a sfavore della Sanita' publica per favorire quella privata? e di questa situazione ne va di mezzo il cittadino prima e dopo sono i Medici con tutto resto infermieri oss inservienti ecc... che devono lavorare il doppio