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I funerali del gruista dell'Ilva
I funerali del gruista dell'Ilva | © n.c.TARANTO - «La nostra città è divisa tra chi sostiene il lavoro e la continuità della produzione, chi sostiene la causa della salute e chi invece si defila nelle teorie e nell’indifferenza perché la cosa non lo tocca nella malattia o nello stipendio». Lo ha detto monsignor Filippo Santoro, vescovo di Taranto, durante l’omelia funebre per Francesco Zaccaria, l’operaio dell’Ilva trascinato da una gru e morto annegato durante la tromba d’aria che ha devastato la città industriale e Statte. «Oltre all’emergenza ambientale, sanitaria e lavorativa - ha inoltre detto l’alto prelato - ci ha travolto anche l’emergenza del tornado. Tutto sembra cospirare per distruggere la nostra speranza, ma noi andiamo avanti»
IL SALUTO - La cerimonia si è svolta nella chiesa Madonna di Fatima di Talsano completamente piena di parenti e amici e colleghi del gruista ventinovenne morto tragicamente. In prima fila i famigliari più stretti con la mamma affetta da Sla e la fidanzata con la quale il giovane stava progettando il matrimonio. Numerose anche le personalità istituzionali presenti, dal procuratore capo Franco Sebastio al comandante provinciale dei carabinieri, Daniele Sirimarco, al questore Enzo Mangini e il colonnello della Guardia di Finanza Salvatore Paiano. Per l’amministrazione comunale di Taranto era presente il delegato del sindaco, Vincenzo Baio. Il primo cittadino che ha dichiarato la giornata di lutto, ha invitato gli esercenti a spegnere le luminarie in segno di solidarietà con l’operaio ucciso dalla fatalità mentre lavorava. Nel pubblico anche il datore di lavoro di Zaccaria, Bruno Ferrante, presidente del siderurgico. Il vescovo Santoro ha voluto ricordare Claudio Marsella, l'altro operaio Ilva morto il 30 ottobre scorso mentre lavorava nello stabilimento. «Circa un mese fa - ha detto - avevamo perduto Claudio, l’ altro giovane lavoratore dell’ Ilva, e le cause della sua morte sono ancora da accertare. Per solidarietà ho visitato sul posto i suoi colleghi di lavoro. Oggi siamo di fronte a quest’ altro grande dolore ed è giusto che ne siano accertate pienamente le cause».
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