
Nelle prime ore di oggi primo marzo, i Carabinieri della Compagnia di Manduria, nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Taranto, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Taranto, nei confronti di tre persone di Sava, presunti autori, in concorso tra loro, del reato di spaccio di sostanze stupefacenti.
L’indagine è scaturita dall’acume investigativo dei Carabinieri della Stazione di Sava, che hanno notato un anomalo andirivieni di persone, alcune già note come assuntori di stupefacenti, in quel centro cittadino. Le successive indagini, condotte con metodi tradizionali come appostamenti, pedinamenti e riscontri, hanno permesso di ricostruire come gli indagati avrebbero stabilito la loro base operativa all’interno di un’abitazione, situata nel centro abitato di Sava, trasformandola in un vero e proprio punto di riferimento per gli acquirenti.
Per eludere i controlli e ridurre i rischi di essere scoperti, i tre indagati avrebbero successivamente trasferito la loro base operativa in un’altra abitazione, mantenendo invariata le modalità operative e garantendo un servizio ininterrotto di spaccio di sostanze stupefacenti, ad un flusso cospicuo di clienti, tutti i giorni a qualsiasi ora.
Le abitazioni, dotate di un sofisticato sistema di videosorveglianza ha consentito loro di monitorare costantemente tutta l'area circostante. Inoltre, gli ingressi degli appartamenti sono stati blindati con delle robuste lastre di ferro, e la droga veniva ceduta attraverso strette feritoie, il tutto studiato per ridurre al minimo il rischio di controlli o irruzioni da parte delle forze dell'ordine, rendendo le piazze di spaccio particolarmente radicate e difficili da contrastare.
Gli indagati, fatta salva la loro presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva di condanna, così come disposto in provvedimento a cui è ammessa impugnazione, sono stati sottoposti alla misura cautelare degli arresti domiciliari, due con braccialetto elettronico, in attesa del previsto interrogatorio di garanzia. (Nota stampa dei carabinieri)
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2 commenti
Giova
lun 3 marzo 00:34 rispondi a GiovaMa quale presunzione d'innocenza questi sono venditori di morte che dovrebbero essere messi in carcere e se vogliamo che la vendita della droga sparisse una volta per tutti dovrebbero aumentare la pena a 30 anni e vorrei vedere quanti la venderebbero con pene cosi' severe ,
frank
sab 1 marzo 20:45 rispondi a frankniente da dire per il lavoro svolto, ma nessuno vede tutte le persone che tolgono lavoro a chi paga le tasse, inquinano terreni con smaltimento rifiuti pericolosi, per mio parere chi spaccia è vero che potrebbero essere ??? ma io punirei chi la compra, almeno gira un po di denaro visto che per lavorare è diventato un problema in Italia, oramai non si contano più partite iva che chiudono. chi pagherà stipendi di fame delle forze dell'ordine? stato forze dell'ordine datevi una mossa non si può più andare avanti in Italia