Ebbene è proprio questa la considerazione che sorge spontanea leggendo l’articolo de La Voce in cui viene dato spazio ad una lettera della ditta Giulivo, una delle concorrenti alla gara per la fornitura delle divise estive ai nostri Vigili Urbani.
Una gara che già in passato aveva destato perplessità per le modalità in cui si era svolta (in violazione del codice dei contratti e delle regole di rotazione fissate dall’Anac) e che oggi, stando a quanto scrive il titolare della ditta esclusa, assume contorni ancora più inquietanti.
Se corrisponde al vero quanto denunciato dalla ditta Giulivo, ossia che l’aggiudicazione venne annullata non per difformità del vestiario fornito rispetto alle caratteristiche della lettera invito (che riproduceva le previsioni della legge regionale sulle divise della Polizia Locale) ma perché le magliette non presentavano una retina ascellare ed un taschino così come quelle proposte dalla ditta Kent (il fornitore che dal 2010 vince sistematicamente le gare a Manduria, tanto da essere diventato una sorta di monopolista), pare proprio di poter dire che siano stati commessi fatti a dir poco gravi se non illegittimi o illeciti.
Nella lettera invito era forse scritto che le polo dovessero avere tali caratteristiche non contemplate dal nuovo regolamento? E se così non era come si è potuto annullare una gara aggiudicata sulla base di una lettera di alcuni vigili, un atto che ha finito per turbare la regolarità della procedura portando all’esclusione della ditta vincitrice in favore del solito noto che si è aggiudicato, nella successiva gara alla quale è stato invitato nuovamente, la fornitura delle divise a prezzi stracciati?
Infine un’altra domanda: nella determina 501 del 27/7/18 il dirigente della Polizia Locale attesta di aver verificato il possesso da parte della ditta Kent dei requisiti per contrattare con la pubblica amministrazione ma, a dire il vero, sembra impensabile che il comandante non abbia trovato traccia nelle informative al casellario giudiziale del fatto che il titolare della ditta vincitrice è stato arrestato lo scorso anno, insieme ad altri imprenditori ed ufficiali della Marina Militare, in un’indagine per tangenti e turbativa d’asta condotta dalla Guardia di Finanza, come si può leggere sul Corriere del Mezzogiorno del 17 febbraio 2017.
Sono interrogativi, suscitati dalla semplice letture degli atti pubblicati sull’albo pretorio, che poniamo all’attenzione dei (distratti?) commissari venuti a risanare la città dalla mafia, alle forze dell’ordine e a tutti coloro che hanno a cuore le sorti di Manduria che non merita di essere amministrata infischiandosene delle regole più elementari della gestione della cosa pubblica.
Mario Rossi
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