Nel Comune di Manduria qualcuno vive una crisi di identità? La domanda sorge spontanea perché leggiamo sui giornali delle perplessità che il Collegio dei revisori ha espresso sulla proposta di delibera di modifica del piano di fabbisogno del personale, in cui ha sottolineato come, per la prima volta e a differenza delle delibere degli anni passati, un dirigente atipico sia diventato “dirigente a tempo indeterminato” (l’unico “dirigente” di ruolo è l’avvocato Enzo Dinoi).
Oggi, nel decreto con cui la Commissione straordinaria ha prorogato per altri sei mesi gli incarichi dirigenziali allo stesso Dinoi, già comandante della polizia locale e vicesegretario generale, ricompare come d’incanto questa qualifica di “dirigente a tempo indeterminato”, non si sa bene se guadagnata sul campo in questi mesi di commissariamento oppure scaturente da quella transazione davanti all’Ufficio provinciale del lavoro con cui gli venne attribuito il trattamento giuridico ed economico del dirigente, pur non avendo mai fatto un concorso ad hoc (così come prevede la legge).
Ma forse questi dettagli non interessano alla Commissione straordinaria, così come non interessano i pareri che sono stati acquisiti nel tempo sul dirigente atipico o, infine, tutte le sentenze che dicono a chiare lettere che la Pubblica amministrazione non può dare esecuzione ad atti nulli, né assumere in sede conciliativa obbligazioni che contrastino con la disciplina normativa del rapporto di lavoro, prima fra tutte quella che impone il ricorso alla procedura concorsuale per ricoprire le posizioni lavorative. Ma a Manduria, come tutti sanno (forse fatta eccezione per gli attuali amministratori), concorsi per l’assunzione di dirigenti a tempo indeterminato non ne sono mai stati fatti!
Mario Rossi
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