
Una lettera trovata in un vecchio mobile appartenuto ai bisnonni di una manduriana, Sara Stano, ridà vita ad un antico ricordo di famiglia che sentiva raccontare da bambina: lo strazio di una mamma, sua bisnonna, alla ricerca del figlio partito in guerra e mai più tornato.
Fogli ingialliti dimenticati in un comò, la brutta copia di una lettera datata 10 aprile 1941 destinata a Papa Pio XII con parole che fanno stringere il cuore a Sara, pronipote di quella mamma disperata: «Santo Padre, mio figlio Stano Vittorio, 226 Reggimento Fanteria, VIII compagnia, da cinque mesi non mi scrive più». Cinque mesi di impaziente attesa di una lettera dal fronte che non arriverà mai e che la fede e l'amore di mamma spingono a sperare in un miracolo con l'intercessione di Papa Eugenio Pacelli.
«E' con l'animo profondamente afflitto e pieno di speranza che mi rivolgo a Voi, Santo Padre, perché vogliate benignamente interessarvi del mio misero e doloroso caso», scriveva da Manduria Immacolata Forti che dopo tante richieste di aiuto ai vertici militari tenta la sua ultima carta per ritrovare il figlio perduto. «Per tante ricerche che io abbia fatto presso il comando militare prosegue la missiva - non ebbi altra risposta se non quella che mio figlio risulta disperso». Proseguendo nella lettura, la nipote di Immacolata oggi non può trattenere le lacrime. «Il mio animo non può più reggere a tanto dolore e solo la luce di speranza per me siete Voi o Santo Padre. Degnatevi di concedermi benigno ascolto e fate in grazia qualche ricerca che possa in qualche modo dare a noi la possibilità di portare al mio grande dolore un po di consolazione». In quel lontano clima di guerra, la lettera di Immacolata al Papa si chiudeva così: «Il mio cuore scrivendovi si apre alla speranza e attendo fiduciosa che Voi mi possiate dare, qualunque siano, notizie del mio adorato figlio. Devotissima, Forte Immacolata».
Il ritrovamento in quel comò e il pensiero a quella mamma che non vedrà mai più il figlio partito in guerra, ha fatto rispolverare i ricordi in casa Stano scrivendo così l'epilogo di quel mancato ritorno. Vittorio Stano, classe 1915, fu chiamato alle armi a giugno del 1940 e da Bari fu subito imbarcato su una nave che lo portò sul fronte dell'Albania. Il 9 giugno sbarcò con il suo reggimento al porto di Valona. Il 28 ottobre iniziarono le operazioni con 116.000 uomini su un fronte di 150 chilometri. I soldati italiani si ritrovarono in inferiorità numerica e in una difficile situazione logistica rispetto ai Greci e vennero respinti fin dentro i confini albanesi dove si persero le tracce del soldato manduriano. Il 17 febbraio del 1941 il comando militare italiano del reggimento fanteria rilasciò la dichiarazione della sua irreperibilità. Grazie alle ricerche di Sara e della figlia Marta che l'ha aiutata, si è saputo che il soldato Vittorio Stano ha ricevuto delle onorificenze postume, delle quali la famiglia non aveva mai saputo niente: una croce al merito di guerra e la Stella del periodo bellico 1940-1943.
Sulla targa che si trova sulla facciata del vecchio municipio di Manduria dove sono incisi i nomi dei manduriani che hanno partecipato alla guerra, Vittorio Stano compare nell'elenco dispersi e quindi presumibilmente morto.
Nazareno Dinoi su Quotidiano di Puglia
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1 commento
stopwar
lun 17 marzo 10:50 rispondi a stopwarLontano clima di guerra?