
Al manduriano di 61 anni, P.R. le sue iniziali, arrestato mercoledì scorso dalla polizia di Manduria per resistenza a pubblico ufficiale, è stata revocata la misura dei domiciliari. Al termine dell’udienza di convalida che si è tenuta ieri davanti alla gip Rita Romano, l’uomo, assistito dall’avvocato Roberto D’Amico, ha confermato i propri comportamenti attribuendoli alla rabbia ma negando di aver spintonato l’agente della polizia che era intervenuto nell’ufficio di un patronato di Manduria dove l’indagato avrebbe inveito nei confronti del personale per fatti personali.
Chiamati da qualcuno che aveva assistito alla scena, i poliziotti del locale commissariato avrebbero invitato il sessantunenne alla calma ma avrebbero ricevuto da quest’ultimo offese e minacce. L’uomo poi, già noto per precedenti penali, secondo la versione delle forze dell’ordine avrebbe messo le mani sul petto di un agente e lo avrebbe spintonato costringendo i poliziotti ad ammanettarlo e arrestarlo.
Il sessantunenne resta indagato e dovrà rispettare l’obbligo di dimora in casa nelle ore notturne e dovrà recarsi dalle 10 alle 11 per tre giorni la settimana negli uffici della polizia per la firma.
Si è poi saputo il motivo della lite tra il responsabile del patronato e l’indagato. Quest’ultimo avrebbe preteso di riparare lo stipite della porta dell’ufficio che si era rotto lasciando un suo recapito. Il giorno del litigio c’è stato un contrasto con il proprietario dello stabile che si sarebbe rifiutato di far riparare a lui la soglia rotta. Sarebbe quindi nato un forte diverbio e nel trambusto qualcuno ha chiamato la polizia.
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1 commento
Marco
sab 12 aprile 09:06 rispondi a MarcoUna prox volta che si ha a che fare con una persona aggressiva, alcolizzata e con precedenti conviene togliere dalle mani la bottiglia di vetro... è un'arma impropria e letale. È rimasta sul marciapiede...