
Dopo le sanzioni e le diffide a mettersi in regola con le prescrizioni di natura edilizia, l’Ufficio delle Attività produttive del comune di Manduria ha disposto la chiusura del ristorante sul mare «Da Caterina», a Torre Colimena. Da un primo controllo effettuato dalla polizia locale, il locale con terrazza sull’insenatura naturale della località marina manduriana, era risultato non in regola con la normativa urbanistica con particolare riferimento all’esito della domanda di condono stante l’insistenza di parte dell’immobile su area demaniale marittima. Ulteriori dubbi erano emersi anche sull’agibilità dell’immobile e la sua destinazione d’uso.
L’ordinanza di ieri che dispone la sospensione dell’attività commerciale, è l’ultimo di una serie di provvedimenti, tutti o in parte ignorati dai proprietari del ristorante. Nel primo che risale al 13 aprile 2017, il dirigente del Suap, lo sportello unico per le attività produttive, firmò la cessazione dell’attività di ristorazione e l’avvio del procedimento di comminazione di una sanzione amministrativa. Il 29 maggio seguente un altro provvedimento del Suap sospese la precedente ordinanza di chiusura e avviò, su richiesta dei proprietari dell’immobile, un’ulteriore verifica dei requisiti igienico sanitari e urbanistici. Il 3 agosto nuova misura del Comune con la riproposizione della «immediata sospensione dell’attività». Per tutta la stagione estiva non si sono avute notizie di accordi tra uffici comunali e il ristorante. Sino allo scorso 2 novembre quando il comando di polizia municipale di Manduria ha trasmesso una nota all’Ufficio Suap relativa al ristorante in questione. «L’attività – si legge nel rapporto dei vigili –, risulta aperta al pubblico e che al momento del sopralluogo vi era la presenza di alcuni clienti». I ristoratori, insomma, come scrive il dirigente comunale Aldo Marino in quest’ultima ordinanza, avrebbero «svolto attività di ristorazione non ottemperando a quanto previsto dall’ordinanza di sospensione precedente».
Con quest’ultimo provvedimento emesso, il proprietario del locale, dal giorno successivo della notifica, ha tre giorni di tempo per chiudere «avvertendo che in caso di inottemperanza – spiega l’atto di diffida – si procederà mediante opposizione dei sigilli». Tale disposizione, oltre al commissario prefettizio e al dirigente del settore tecnico dell’ente comunale, ingegnere Emanuele Orlando, è stata anche trasmessa al comando di polizia municipale. Stessa comunicazione è stata fatta al comando della Guardia di Finanza, al commissariato di Polizia e alla stazione dei carabinieri di Manduria.
Nazareno Dinoi
Vuoi commentare la notizia? Scorri la pagina giù per lasciare un tuo commento.
© Tutto il materiale pubblicato all’interno del sito www.lavocdimanduria.it è da intendersi protetto da copyright. E’ vietata la copia anche parziale senza autorizzazione.
8 commenti
Piero Modeo
gio 16 novembre 2017 01:20 rispondi a Piero ModeoIl comune di Manduria oltre a questi controlli necessari dovrebbe preoccuparsi anche della pulizia lungo le strade. La strada tra Manduria e San Pietro é una sfilata di sacchetti dell'immondizia lasciati l'estate scorsa. Non ci sono cassonetti per i turisti giornalieri che non possono fare la differenziata. Basterebbe posizionare dei cassonetti all'uscita di San Pietro e altri lungo la strada. Ma una cosa del genere è troppo avanti !!!
Luciano de luca
mer 15 novembre 2017 07:57 rispondi a Luciano de lucaPrima di chiudere locali storici come quello in questione bisognerebbe tener conto di chi vive grazie a quella attività' e rende comunque un servizio in una zona di mare abbandonata a se stessa.il comune di manduria esige la perfezione dagli abitanti di questa località ma in cambio fa poco .....molto poco
giorgio sardelli
mer 15 novembre 2017 04:36 rispondi a giorgio sardelliil comune è il primo a non rispettare i diritti dei cittadini, quando il comune avrà dato tutti i servizi ai propri cittadini avrà il diritto di chiudere locali ristoranti e altro se non in regola, quali regole si devono rispettare se mancano i servizi primari
trupiano lorenzo
mer 15 novembre 2017 12:09 rispondi a trupiano lorenzoTutti alla marina dovrebbero legalmente denunciare l' A.c. al fine di obbligare con sentenza la messa in opera dell' acquedotto. Basta vivere come i cani e pretendere le tasse. Si costituisca un comitato legale per il diritto all'acqua potabile nelle case. Basta camion cisterna.
Severino mauro
mer 15 novembre 2017 09:52 rispondi a Severino mauroA porto cesario e pieno di ristoranti con la stessa situazione, anche peggio esercitano in strada e sul mare, pero anno acqua e fogna.
sergio di sipio
mer 15 novembre 2017 07:54 rispondi a sergio di sipioIl Comune di Manduria con la solita protervia dimostrata in questa "affamatoria" situazione si dimentica della mancanza di acqua potabile e fognatura a Torre Colimena. Quando l'autorità colpirà il Comune per riuscire ad ottenere ciò di cui questa parte di Manduria ha più volte segnalato. Mi unisco al dispiacere di veder chiuso un ristorante aperto tutto l'anno. Cosa che certamente tende ad ottenere la resa degli altri locali. Sono vicino agli amici di "da Caterina".
Giuliano Improta
mer 15 novembre 2017 10:53 rispondi a Giuliano Improtail dirigente Aldo Marino cosi zelante nella sua professione ha fatto giustamente porre i sigilli ad un ristorante storico della costa jonica, poi pero' non manda i vigili urbani a controllare con quale autorizzazione e' sta effettuta una mega piscina ( sotto gli occhi di tutti ) ed una mega villa in zona archeologica ( cavalcavia che collega via per lecce alla ss 7 ter) mi pongo la domanda adesso.
tonipezza71
mer 15 novembre 2017 09:02 rispondi a tonipezza71Daccordo con il suo pensiero