
L’Associazione Nazionale Magistrati, distretto di Lecce, interviene con fermezza nella polemica che in questi giorni ha investito la Procura della Repubblica di Taranto, finita al centro di una bufera mediatica legata agli sviluppi del fascicolo aperto dopo il conflitto a fuoco avvenuto il 12 giugno nella provincia ionica. L’episodio, collegato ai tragici fatti verificatisi nel Brindisino, dove ha perso la vita il brigadiere capo Carlo Legrottaglie, ha innescato un acceso dibattito pubblico, alimentato da dichiarazioni critiche provenienti da esponenti politici e sindacati di polizia.
In una nota ufficiale, la giunta distrettuale dell’ANM ha espresso piena solidarietà ai magistrati tarantini, ritenendo «né condivisibili né accettabili» le valutazioni comparse su alcuni organi di stampa, accusando le stesse di delegittimare l’operato di chi sta conducendo delicati accertamenti nell’ambito dell’inchiesta.
«La natura degli accertamenti in corso – si legge nella nota – impone la partecipazione ad essi, anche nel loro interesse, del personale del commissariato della polizia di Stato di Grottaglie, coinvolto, suo malgrado, nel conflitto a fuoco nel quale ha perso la vita Michele Mastropietro.»
Secondo l’ANM, la partecipazione degli agenti agli atti investigativi non deve in alcun modo essere interpretata come un atto d’accusa nei confronti della Polizia, ma è una necessità imposta dalle norme del Codice di procedura penale. «Nessuno di tali accertamenti può e deve essere letto come uno schiaffo alla realtà, alla logica e al lavoro di chi ogni giorno rischia la pelle per proteggere i cittadini», prosegue il documento, sottolineando come non si tratti di una volontà di criminalizzazione del personale coinvolto.
L’associazione lancia un appello al senso di responsabilità, ricordando che il lavoro congiunto tra magistratura, carabinieri e polizia è fondato su un principio di collaborazione e rispetto reciproco, valori che non devono essere messi in discussione da strumentalizzazioni politiche o sindacali. «Il rischio concreto – conclude la nota – è che una tragedia che ha unito tutti, come la morte del brigadiere Legrottaglie, diventi invece un pretesto per dividere coloro che ogni giorno operano dalla stessa parte: quella giusta.»
La posizione dell’ANM mira dunque a raffreddare il clima di tensione, invitando tutte le parti a rispettare il corso della giustizia e a evitare affermazioni che potrebbero compromettere l’equilibrio tra le istituzioni impegnate nella tutela della legalità.
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6 commenti
Nome e Cognome
mar 17 giugno 16:03 rispondi a Nome e CognomeSubito a chiudersi a riccio, quelli della casta ANM
marco dinoi
lun 16 giugno 17:59 rispondi a marco dinoiil problema nasce, perche qualcuno non rispetta il segreto imposto per legge. Grazie a queste fughe di notizie, il processo inizia attraverso la stampa e televisione.
Biagio
lun 16 giugno 17:55 rispondi a BiagioMassima solidarietà alle forze dell'ordine. ANM si autoincensa. Ma la fiducia si guadagna sul campo.
alfonso
lun 16 giugno 14:19 rispondi a alfonsoAtto dovuto, è la garanzia con cui il nostro sistema giudiziario garantisce ogni cittadino . Non si può e non si deve gridare allo scandalo se ciò è stato applicato anche in questo evento. Sicuramente gli operatori della Polizia hanno agito rispettando il protocollo con cui sono chiamati ad operare in ogni occasione di pericolo per sè e per la comunità. Ciò che stride è che l'amministrazione non debba farsi carico dei costi per la difesa legale in un processo che potrebbe durare diversi anni.
Gregorio
lun 16 giugno 13:04 rispondi a Gregorio…mó va a finire che il povero brigadiere Legrottaglie sia morto per SUICIDIO , in modo che Camillo Giannattasio esca impunito !!! Secondo il mio modesto parere, i due individui non stavano mica a raccogliere le lumache 🐌 ( detti CUZZEDDI ) …perciò !! Io
Cittadino illustre
mar 17 giugno 06:57 rispondi a Cittadino illustreTi sbagli....va a finire che il povero carabiniere è stato ucciso dal poliziotto anche se quest' ultimo ha sparato molte ore dopo e a km di distanza. È un classico della giustizia farlocca italiana