
“Pensavo mi avrebbe ucciso. Non so quante mazzate mi ha dato. Siamo soli. Siamo troppo soli. E ora non ce la faccio più mi dispiace”.
Sono solo alcune delle parole rilasciate al segretario della Funzione Pubblica CGIL di Taranto, Mimmo Sardelli, dall’operatore del 118 che ieri sera intorno alle 17.30, mentre con una collega prestava soccorso ad un uomo durante una lite famigliare in agro di Palagiano, subiva un vero e proprio pestaggio proprio dalla stessa persona che voleva aiutare.
Si tratta dell’ennesima aggressione a uomini e donne che in quella trincea restano sempre troppo spesso da soli – afferma Sardelli – perché i famigliari di quell’uomo che ieri ha tentato di uccidere un lavoratore, un operatore nostro iscritto, avevano chiamato contestualmente anche le forze di polizia, arrivato troppo tardi.
A distanza di sole 48 ore dall’aggressione con un coltello subita da un equipaggio del 118 a Taranto, arriva nuovo e gravissimo episodio ha colpito un altro soccorritore a Palagiano.
L’operatore che preferisce mantenere l’anonimato per paure di altre aggressioni, dopo aver riportato fratture e lesioni al cranio, al naso e al costato è in evidente stato di shock.
L’ambulanza è stata completamente devastata.
“Chi ogni giorno risponde al 118 non può lavorare con la paura di essere aggredito – denuncia ancora Sardelli –. Non chiediamo altro che garanzie di sicurezza, strumenti di protezione e protocolli chiari. È scandaloso che, nel 2025, chi salva vite debba temere per la propria”
A preoccupare è anche la crescente esposizione al rischio di molti equipaggi che si trovano a operare, sempre più spesso, senza la presenza di personale sanitario, in contesti imprevedibili e potenzialmente pericolosi.
“Di fronte a questi episodi – aggiunge il segretario provinciale Alessio D’Alberto – non basta più esprimere solidarietà: servono azioni immediate e strutturate. Chiediamo con forza l’attivazione di un tavolo di crisi aziendale con la ASL Taranto e la convocazione di un tavolo prefettizio che coinvolga Forze dell’Ordine, sindacati e autorità competenti. La sicurezza di chi lavora per salvare vite deve diventare una priorità assoluta”.
La FP CGIL Taranto sottolinea l’urgenza di affrontare in modo coordinato e interistituzionale una situazione che rischia di compromettere la tenuta del sistema di emergenza territoriale. L’assenza di contromisure adeguate espone gli operatori a pericoli sempre più gravi, oltre a generare un clima di tensione e insicurezza generalizzata.
“Non possiamo più assistere inermi – concludono i Segretari –. In gioco c’è la vita e la dignità di lavoratrici e lavoratori che ogni giorno, con professionalità e sacrificio, servono la collettività”. Qui sotto l'audio testimonianza dell'operatore aggredito.
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