
La Cassazione ha anato con rinvio le sentenze di condanna di secondo grado per i due manduriani, Alessandro D’Amicis di 36 anni (nella foto) e Pasquale Scorrano di 34, entrambi coinvolti nell’inchiesta della Procura antimafia di Lecce denominata Giano. I due, difesi dagli avvocati Antonio Liagi e Franz Pesare, in appello erano stati condannati rispettivamente a otto e sei anni di reclusione per i reati di associazione mafiosa, estorsioni, rapine e spaccio di droga. Per D’Amicis sarebbe caduta l’imputazione del metodo mafioso mentre per Scorrano la Corte suprema ha chiesto la riformulazione della pena. Appena la Cassazione pubblicherà le motivazioni della decisione, gli avvocati difensori presenteranno istanza di scarcerazione per i propri assistiti.
I due imputati che secondo l’accusa avrebbero fatto parte del clan di Vincenzo Stranieri (D’Amicis è stato genero dell'ex numero due della Scu tuttora rinchiuso in regime di 41bis), sarebbero responsabili per conto del clan della detenzione illegale di armi e materiale esplodente, di attentati dinamitardi e sparatorie, del controllo estorsivo di attività imprenditoriali. Il tutto, sempre secondo l’accusa, in collegamento con la cosca dei mesagnesi facente capo a Massimo Pasimeni e ad altri esponenti del gruppo di Francavilla Fontana tra cui Giancarlo Capobiano, a sua volta referente di Pasimeni. L’operazione di Polizia scattata nel febbraio del 2012, aveva portato all’arresto 18 persone, 15 in carcere e 3 ai domiciliari. La sentenza della Cassazione ha riguardato tutti gli imputati del processo che avevano scelto il rito abbreviato, nove in tutto. Solo la posizione di D’Amicis e Scorrano sarà rivista da un’altra corte mentre gli altri ricorsi sono stati respinti.
Nazareno Dinoi
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