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L'estate scorsa ha lasciato alle sue spalle un'eredità pesante per chi si è affidato agli aerei in Europa. La stagione più calda dell'anno, tradizionalmente dedicata maggiormente agli spostamenti, è stata protagonista di una serie di difficoltà che hanno penalizzato milioni di passeggeri. I ritardi si sono moltiplicati, le cancellazioni hanno disorientato i viaggiatori e alcune tratte si sono trasformate in veri e propri percorsi ad ostacoli.
Una situazione complessa anche in Italia
I ritardi aerei sono un fenomeno che riguarda gli aeroporti di tutto il mondo, causando disagi significativi ai passeggeri. Attese prolungate, perdita di coincidenze e necessità di riorganizzare i piani di viaggio sono solo alcune delle conseguenze più comuni. Fortunatamente, per tutelare i viaggiatori, la normativa europea prevede il diritto al risarcimento in determinate circostanze (a questo proposito segnaliamo che è possibile rivolgersi direttamente ad agenzie come RimborsamiTu per chiedere il rimborso in caso di volo in ritardo), oltre a un'assistenza minima obbligatoria, che include pasti, bevande e, in alcune circostanze, l'alloggio.
In effetti, si tratta di situazioni piuttosto comuni. Uno dei contesti in Europa che hanno subito delle difficoltà in termini di traffico aereo è stato rappresentato proprio dall'Italia. Per il nostro Paese, gli ultimi numeri diffusi sull'argomento descrivono una situazione complessa, che è stata segnata da performance peggiori rispetto agli anni precedenti al 2020, con incrementi di attese in pista e una gestione dei flussi che sembra sempre più ingarbugliata.
I motivi dei ritardi nei voli
Il quadro che viene messo in evidenza dal bollettino di Eurocontrol sull'argomento non lascia spazio a dubbi: il periodo tra giugno e agosto ha visto una densità di voli senza precedenti, con più di 3 milioni di collegamenti su tutto il continente. Le operazioni estive hanno sommato, nel complesso, quasi 17 milioni di minuti di differimenti, una cifra che spinge gli addetti ai lavori ad interrogarsi sulle ragioni di questo caos aeronautico.
Una delle spiegazioni andrebbe ricercata nella mancanza di personale qualificato, in particolare tra i controllori di volo. Questi ultimi, chiamati a regolare un traffico che cresce a ritmi sostenuti, si sono trovati in un numero inferiore rispetto alle necessità. Le postazioni non coperte hanno rallentato la circolazione dei velivoli, generando un vero e proprio effetto domino: basta un singolo ritardo su una rotta per riflettersi a catena sugli scali successivi.
Oltre alla carenza di figure professionali, una serie di eventi imprevedibili ha reso più complessa la condizione del settore. Le condizioni atmosferiche spesso avverse, con frequenti temporali e perturbazioni che hanno interessato tratte importanti, hanno complicato ancora di più lo scenario. Le rotte più battute non sempre sono riuscite ad assorbire queste criticità e gli orari di arrivo e partenza si sono dilatati.
Anche il sovraffollamento di certi hub non ha aiutato: ci si è ritrovati con scali saturi, in cui è stato complicato gestire i picchi di traffico. Questa situazione ha colpito con forza l'Italia, che si è distinta come una delle aree più a rischio. Si sono moltiplicate le lamentele degli utenti, mentre chi cercava di decollare si è spesso scontrato con cambi di programma dell'ultimo minuto.
Le compagnie in affanno e le richieste di riforme urgenti
All'interno di questa situazione, diverse compagnie hanno attirato un elevato numero di reclami. Alcuni passeggeri si sono trovati davanti a cancellazioni svelate all'ultimo momento, mentre altri hanno dovuto attendere ore prima di poter salire a bordo.
Un'estate piuttosto tormentata, quindi, che ha spinto le principali aziende del settore a richiedere maggiore attenzione da parte delle istituzioni europee. Le richieste puntano ad affrontare diverse problematiche: si chiedono misure per rinforzare gli organici, un coordinamento rafforzato tra gli Stati ed interventi strutturali per migliorare gli snodi strategici. A lungo termine, gli obiettivi consistono nel ridefinire il funzionamento degli aeroporti e nel distribuire i collegamenti su più scali, evitando la concentrazione eccessiva in pochi punti nevralgici.
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