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SPECIALE PROCESSO SCAZZI - Tutta la storia
SPECIALE PROCESSO SCAZZI - Tutta la storia | © n.c.LA SENTENZA — «Chi uccide merita questo». Le parole di mamma Concetta hanno fatto eco ieri alla condanna all'ergastolo che poco prima la presidente della Corte d'assise, Rina Trunfio, aveva letto in aula. Carcere a vita, quindi, per Sabrina Misseri e Cosima Serrano che ora sperano nell'appello. Una sentenza esemplare per le due imputate principali che ha accolto in pieno le richieste fatte dall'accusa ed ha mitigato di poco quelle a carico di Michele Misseri: 8 anni invece dei nove richiesti e 6 a testa per il fratello Carmine Misseri e il nipote Cosimo Cosma, tutti ritenuti colpevoli della soppressione del corpo di Sarah Scazzi. Alla lettura della sentenza è partito un applauso dal pubblico, prontamente fermato dalla presidente mentre a Sabrina scendevano le lacrime e Cosima restava imperturbabile come sempre.
Grande emozione Pianto a dirotto per Giacomo Scazzi, papà di Sarah che ieri era presente in aula con la moglie e il figlio Claudio. La Corte ha disposto anche l'isolamento diurno di 6 mesi in carcere per entrambe le imputate e l'interdizione perpetua dai pubblici uffici. La mamma di Sabrina perderà la potestà genitoriale. La sentenza sarà pubblicata mediante affissione di manifesti a Taranto ed Avetrana. Il dispositivo letto ieri contiene anche la condannato per Michele Misseri, Cosima Serrano e Sabrina Misseri al risarcimento dei danni, da stabilire in separata sede, alla famiglia Scazzi e al Comune di Avetrana. Nello stesso tempo ha stabilito una provvisionale di 50mila euro ciascuno ai genitori di Sarah, Giacomo Scazzi e Concetta Serrano, e di 30mila euro per il fratello Claudio. Al rientro in cella Cosima Serrano ha confortato così la figlia in lacrime: «Perché piangi? Tanto lo sapevamo che ci avrebbero condannate».
Amarezza La mamma di Sarah Assediata dalle telecamere e protetta dai suoi avvocati e familiari, Concetta Serrano Spagnolo ha commentato così la sentenza: «Speravo in questa sentenza perché chi uccide merita questo». Certo, ha aggiunto la donna, «questa è comunque una sentenza amara per tutti quanti e in ogni caso non dà né soddisfazione né serenità perché nessuno mi ridarà Sarah e il dolore rimarrà per sempre. L'unica cosa che mi porta un po' di sollievo è che Sarah riceva giustizia», ha concluso la donna che ha ringraziato i magistrati e i suoi avvocati che l'hanno sostenuta in tutto questo tempo. «Sembrerebbe che errori macroscopici o grossolani non ne siano stati commessi», ha detto il procuratore capo Franco Sebastio uscendo dall'aula dopo la lettura della sentenza. «Le sentenze in ogni caso si rispettano e attendiamo di conoscere le motivazioni per fare una valutazione più completa e serena».
Gli altri imputati Due anni di reclusione sono stati inflitti all'ex difensore di Sabrina, Vito Russo, per intralcio alla giustizia. Per i tre favoreggiatori, la corte ha inflitto un anno di reclusione ciascuno ad Antonio Colazzo e Cosima Prudenzano e un anno e 4 mesi a Giuseppe Nigro, con pena sospesa. I legali Unanime la disapprovazione degli avvocati difensori. Particolarmente dura la reazione di Nicola Marseglia che con il professore Franco Coppi (ieri assente in aula) difende Sabrina Misseri. «Con questa dura sanzione - ha detto - la Corte ha voluto esorcizzare la debolezza del quadro probatorio». Lorenzo Bullo che difende Carmine Misseri è curioso di sapere «quale tesi dell'accusa i giudici hanno ritenuto valida dal momento che ne sono state cambiate tante».
Gli avvocati Diversa l'opinione degli avvocati della parte lesa. «Questa è una storia che ha generato dolore a 360 gradi. Una storia che purtroppo ha privato la famiglia Scazzi di una bambina, ma le imputate non hanno fatto alcun passo in avanti, non ci hanno permesso di aiutarle», ha sottolineato l'avvocato Nicodemo Gentile, legale di parte civile per la famiglia Scazzi.
Nazareno Dinoi LA TESTIMONIANZA DEL GIUDICE POPOLARE uando lascia il palazzo di giustizia, dopo cinque giorni di isolamento in camera di consiglio, Giancarlo De Santis, unico uomo dei sei giudici popolari del processo Scazzi, ha gli occhi stanchi e lucidi. Visibilmente provato, la sua prima reazione è quella di «non voler più ricordare tutto ciò che ha letto e visto in questi giorni». De Santis, pensionato, non ha ancora fatto rientro a casa dove non vede l'ora di ritrovare i propri familiari. E' restio a parlare, ma qualcosa alla fine la dice su come si sono svolti i lavori al secondo piano della palazzina della Marina militare che li ha ospitati. «Abbiamo lavorato ininterrottamente dalle otto di mattina sino a tarda sera, a volte dopo mezzanotte», racconta il giudice popolare. Che aggiunge: «tra di noi c'è stata sempre unanimità ma questo non vuol dire che non abbiamo mai avuto dubbi, anzi». De Santis spiega la fatica di tutti nell'espletamento dei propri compiti poi si lascia andare a ricordi tristi. «La parte più difficile per tutti noi - dice - è stata quando abbiamo visto le immagini del pozzo e della povera Sarah. Sono cose che non dimenticheremo mai», confessa l'uomo che racconta di come «alcune scene ci hanno provocato commozione e dolore interiore». La stessa commozione, aggiunge il giudice del popolo «che non abbiamo notato in alcune persone presenti in aula durante le udienze». Dalla sua testimonianza è possibile scandire i tempi per una decisione così importante come l'ergastolo. «La presidente Rina Trunfio e la giudice Fulvia Misserini - dice - hanno completato tutto stamattina alle undici perché dovevano chiudere il capitolo dei risarcimenti per le parti civili. Le condanne - invece - fa sapere De Santis - le abbiamo stabilite ieri sera nella più completa condivisione e unanimità». Una decisione sofferta e per niente facile, fa sapere. «Abbiamo letto ogni atto depositato, ogni memoria sia dell'accusa sia delle difese; abbiamo ascoltato e visto tutte le intercettazioni con le cuffie facendo attenzione alle traduzioni di quelle in dialetto». Una mole impressionante di documenti. «Io personalmente - spiega De Santis - ho scaricato trenta faldoni pieni di fogli di carta e supporti magnetici». Il giudice quasi non ricorda il giorno in cui ha presentato la sua candidatura per quel ruolo. «Sarà stato una ventina di anni fa, mi trovavo in municipio per fare la domanda da scrutatore per le elezioni e vidi il modulo di candidatura per giudice popolare che compilai e spedì senza speranze. Dopo vent'anni, un anno e mezzo fa, mi è arrivata la sorpresa». Lo rifarebbe? «Per carità, mai più. Questa storia che non credo di riuscire a dimenticare mi ha provato assai e non nascondo che mi ha coinvolto anche emotivamente». N. D.
LA REAZIONE DI AVETRANA — Ottocentosessantotto giorni dopo quel torrido e brutale 26 agosto, Avetrana non sembra più la stessa. Come se l'accoramento postumo per la morte di Sarah prevalesse su tutto. Anche sulla rabbia nei confronti di quella mamma - Cosima Serrano - che la sera in cui venne portata di peso in caserma rischiò il linciaggio della folla inferocita. E pure sul livore verso quella figlia - Sabrina Misseri - che, nel ponte tra la scomparsa e il ritrovamento del cadavere, capeggiò fiaccolate e si espose in prima persona in nome della cugina. Trascorse un paio di ore dalla sentenza che ha condannato le due donne all'ergastolo, nel cuore di un pomeriggio che il sole non riscalda e il vento non alleggerisce, la sintesi del sentimento comune è nel gesto di tre signore - Iolanda, Concetta e Sonia - e di un uomo - Angelo - che varcano la soglia del cimitero e si fermano a pregare sulla tomba di Sarah Scazzi. Recitano un Padre Nostro, borbottano qualcosa del tipo «bella mia, oggi ti hanno reso giustizia», si fanno il segno della croce, cantilenano parole tristi. Cariche di rammarico, invece, sono le dichiarazioni del sindaco Mario De Marco. «Perché - sostiene - il processo ha offerto uno spaccato particolare della nostra cittadina. Come se, quel tremendo 26 agosto, più di qualcuno fosse a conoscenza dei fatti e avesse deciso di starsene zitto. Eppure, in questi casi, può essere sufficiente una lettera anonima inviata ai carabinieri per lanciare un segnale. Niente di niente. È il dato, da primo cittadino, che più mi colpisce e rincresce dell'intera vicenda». In vico Verdi, intanto, un solo fotografo e una sola troupe televisiva aspettano il rientro a casa di papà (a pezzi), mamma (confusa) e fratello (appesantito) di Sarah. Tirano dritto i tre, non si concedono, «non andranno certo al ristorante a festeggiare», come dice l'avvocato Valter Biscotti a sentenza appena emessa. In via Grazia Deledda, peraltro, dove una volta i turisti dell'orrore si accalcavano assieme a giornalisti e cameraman, il villino della famiglia Misseri non subisce l'assedio immaginabile qualora Sabrina e Cosima fossero state assolte. Al suo interno è già rientrato Michele. «Può darsi che lo faccia più tardi, ma adesso non ha voglia di parlare», sostiene il suo legale Luca La Tanza che, a distanza di un'ora abbondante, si concede un caffè con un collega in un bar nei paraggi. La ragazza al bancone chiede: «Allora, avvocato, si è conclusa 'sta storia?...» e il collega di La Tanza lì pronto: «No, oggi è iniziata la storia del prossimo processo, quello di secondo grado...». In via Roma, di converso, quando aprono i negozi, il traffico s'intensifica e gli anziani cominciano ad occupare le prime panchine, la percezione è che Avetrana non sia per niente sorpresa. In settemila (abitanti) alle 14.13, quando la giudice Rina Trunfio leggeva il dispositivo con allegato ergastolo, sostavano (forse) tutti incollati davanti alla tv. Però erano in pochi a credere che Sabrina e Cosima potessero uscirne indenni. «Siamo dispiaciuti per come si sono comportate», afferma Roberto Distratis, 43 anni, operaio, mentre porta a passeggio il cane. «Non pensavo ad una pena talmente severa, ma come ho sentito dichiarare a Concetta - la madre di Sarah - chi uccide se la può anche meritare». Un pelo di giustizialismo affiora pure dalla considerazione di Carmela Raho, 24 anni, studentessa universitaria: «Non vedo quale altro castigo fosse più sacrosanto, hanno distrutto la vita di una magnifica ragazza e della famiglia a cui apparteneva». Ma sono apici che De Marco, sindaco dal 2006, smorza in base a ciò che ha visto e ascoltato: «In paese non c'era grande trepidazione per la decisione dei giudici. Disappunto per l'atteggiamento delle due condannate, diversamente, sì. Non conosco la famiglia Scazzi e nemmeno la famiglia Misseri. Di nome conoscevo Michele, perché era unanimemente ritenuto uno dei migliori agricoltori della zona e in molti non lo presumevano capace di uccidere. Di sicuro, dalla valanga di testimoni - duecento - presentatisi in aula resta in me il sospetto che qualcuno il 26 agosto sapesse e tacesse». Una spia che Avetrana, in reminiscenza di Sarah, ha il dovere di tenere accesa.
Michele Pennetti LE TAPPE PIU' IMPORTANTI DELL'INCHIESTA Il 26 agosto del 2010, di venerdì, le tracce di Sarah Scazzi, quindici anni, si persero da vico Verdi dove abitava a via Grazia Deledda dove era diretta. Doveva andare al mare con la cugina Sabrina Misseri ed altre due amiche, le sorelle Mariangela e Alessandra Spagnoletti. Nessuna traccia, nessun segnale della sua presenza, scomparsa nel a. L’ultimo segno di vita la ragazzina lo fece alle 14,28 con uno squillo che inviò alla cugina per dire che stava per arrivare a casa. Poi più a. Iniziarono da quel giorno le ricerche della quindicenne a cui, nei giorni che seguirono, parteciparono forze dell’ordine con unità cinofile, militari a cavallo e volontari della Protezione civile. E naturalmente anche i parenti e il gruppo di amici. Di Sarah non fu trovata nessuna traccia.
Il 6 settembre la mamma di Sarah rivolse un appello al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, chiedendo l’impiego di più forze per la ricerca della figlia.
L’8 settembre la Procura della Repubblica cominciò a prendere sul serio la scomparsa che in un primo momento era stata considerata come un allontanamento volontario. Il pm Mariano Buccoliero, che dirige le indagini col procuratore aggiunto Pietro Argentino, confermò in quella data l'apertura di un fascicolo a carico di ignoti per sequestro di persona.
Il 10 settembre gli amici organizzarono una fiaccolata che vide una massiccia partecipazione di cittadini di Avetrana e di altri comuni confinanti. Assente la mamma della ragazzina, Concetta Serrano Spagnolo, in prima fila c'erano le cugine, Sabrina e valentina Misseri, gli amici e i compagni di scuola della quindicenne.
Il 29 settembre: Michele Misseri, zio di Sarah e papà di Sabrina, trovò il telefonino della nipote e lo consegnò ai carabinieri ai quali disse di averlo trovato in un uliveto dove lui stesso, il giorno prima, aveva eseguito dei lavori. L’apparecchio era bruciacchiato. Misseri disse di averlo trovato su un mucchio di foglie secche a cui lui e un altro suo collega il giorno prima avevano dato fuoco.
Il 30 settembre Sabrina Misseri fu ascoltata per la prima volta dai magistrati a Taranto. In quella la ragazza fu costretta ad ammettere l’esistenza di dissidi tra lei e la cugina Sarah. Sempre in quell’occasione si parlò del litigio avvenuto tra loro due la sera prima della scomparsa della ragazzina. Lite che Sabrina negò di avere avuto.
Il 6 ottobre i magistrati convocarono a Taranto per essere interrogati, Michele Misseri, la moglie Cosima, e l'altra loro figlia, Valentina. In quella occasione Michele Misseri fece trovare il corpo di Sarah che lui stesso aveva gettato in un pozzo in contrada Mosca. L'uomo quella stessa sera confessò di avere ucciso Sarah strangolandola con una corda e di avere abusato sessualmente dopo la morte. Per Misseri scattò il fermo per sequestro di persona, omicidio volontario, occultamento di cadavere.
L’8 ottobre il gip Martino Rosati convalidò il fermo di Misseri a cui venne contestato anche il reato di vilipendio di cadavere: egli stesso confessò di aver violentato la piccola Sarah dopo averla uccisa.
Il 9 ottobre migliaia di persone parteciparono ai funerali di Sarah che si svolsero nel campo sportivo di Avetrana. Nessuno della famiglia Misseri fu presente alla cerimonia funebre.
Il 14 ottobre la bara di Sarah fu tumulata nel cimitero del paese.
Il 15 ottobre gli inquirenti portarono Michele Misseri nel garage di via Deledda per un sopralluogo. Lì il contadino descrive la scena del delitto. La stessa cosa farà in contrada Mosca nei luoghi della soppressione. In serata, nella caserma dei carabinieri di Manduria, Misseri chiamò in correità la figlia Sabrina che fu arrestata per concorso in omicidio.
Il 5 novembre Michele Misseri ritratta e accusa la figlia Sabrina di essere l’unica autrice dell'omicidio.
Il 19 novembre nel carcere di Taranto si svolse l’incidente probatorio. Alla presenza di tutte le parti chiamati in causa, tra cui la figlia Sabrina e gli avvocati difensori e di parte civile, oltre naturalmente al gip Rosati e ai pubblici ministeri, Michele Misseri conferma le accuse nei confronti della figlia.
Il 23 dicembre 2010 Michele Misseri scrisse una prima lettera alla figlia Valentina (che ne saranno tante in seguito indirizzate anche alla moglie Cosima e a Sabrina stessa), in cui si assunse nuovamente tutte le colpe della morte di Sarah. Da quel giorno il contadino di Avetrana ha continuato a sostenere quella tesi senza più essere creduto dagli inquirenti che archiviano l’accusa di omicidio mantenendo solo il reato di soppressione di cadavere.
Il 23 febbraio del 2011 i carabinieri arrestarono Carmine Misseri e Cosimo Cosma, rispettivamente fratello e nipote di Carmine Misseri, con l’accusa di avere aiutato Michele a sopprimere il cadavere di Sarah. I due lasceranno il carcere l’11 marzo su decisione della Cassazione.
Il 26 maggio 2011 fu arrestata Cosima Serrano sospettata di avere aiutato la figlia Sabrina a sequestrare e a uccidere la nipote.
Il 30 maggio 2011 Michele Misseri, dopo otto mesi dall’arresto, lasciò il carcere per decorrenza dei termini di custodia cautelare.
N.D.
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19 commenti
barbara
mer 1 maggio 2013 09:14 rispondi a barbaraora che siamo in grado di vedere come si comportarono la misseri . vedremo se uello che ci dice la stampa ci furono comportamenti poco consoni . sabato scorso tutto si svolto con regolarita' . non vorrei che i comportamenti poco educati fossero quelli dovuti a testimomianze fasulle e vorrei vedere se dopo due anni di carcere da innocenti bisognerebbe sopportare anche le maldicenze . la pazienza ha un limite
maria,g
mar 30 aprile 2013 08:12 rispondi a maria,gA DomenicaLive del 21 aprile Concetta ha detto che l`ergastolo e`anche poco. Una mamma che non ricorda la frase scritta sulla tomba della figlia. Prova compassione per Michele. Sarah dorme e un giorno tornera`sulla terra. Questo processo e`basato sulla morte di una ragazzina, ma se dorme, perche`la mamma dice che l`ergastolo e`anche poco?:) E questi la chiamono giustizia? NO e`vendetta. Michele la fara`finita dopo la cassazzione. Tra Ris, Ros, esperti, Pm, sognatori, chiamate la neuro.....
zaira
lun 29 aprile 2013 09:12 rispondi a zairaora una bambina che piange ..prima era una donna fatale che incitava ivano a corteggiarla . tanto che mamma e figlia avvertendo un simile pericolo E la ammazzano . ivano un partito che non bisogna perdere ... cosima.. . aveva in mente solo una cosa soddisfare la figlia perch era gelosa della bambina ., perciO'cosima ammazza la nipote 15enne .. FANTASTICI!
zaira
lun 29 aprile 2013 09:01 rispondi a zairapaolo lotti .. ho dato uno aguardo al firum e riletto il commento che hai postato sopra . un commento inverosimile . ma chi ti ha messo in testa tutte queste baggianate? . l'omicidio senza pieta' ? ah si.. la bimba piangeva e tu hai visto tutto . certo ! 1
zaira...
lun 29 aprile 2013 01:39 rispondi a zaira...paolo lotti . allora tu fai parte della procura? se scrivi che hanno le prove formate . mi pare ch in quelle prove non ci sia il nome : SABRINA.. ciaooo !
zaira
ven 26 aprile 2013 02:00 rispondi a zairapaolo lotti , forse tu sei al corrente di notizie che sai solo te? potresti postare i depistaggi e le bugie ? se tu affermi che ci sono state queste incongruenze .. postamele cosi' le leggo ciao ..
Paolo Lotti
ven 26 aprile 2013 12:39 rispondi a Paolo Lotti@maria,g: hanno proiettato le immagini in aula, Concetta uscita per tutto il tempo della proiezione
Paolo Lotti
ven 26 aprile 2013 12:36 rispondi a Paolo Lotti@zaira...: temo tu abbia letto un altro commento e poi replicato in base a quello, quindi riprendi in mano il testo, rileggi, rispondi nel merito e non per pensieri tuoi astratti che vorresti affibbiarmi
zaira
gio 25 aprile 2013 10:02 rispondi a zairamarinella prega il signore di non trovarti fra quelle grinfie . io il grazie lo dico se quello che emerso e senza il minimo dubbio la verita'., senza aggiustamenti e considerazioni personali
zaira
gio 25 aprile 2013 09:59 rispondi a zairapuoi immaginarti ,, i commenti di qualche giorno prima , da la' si sapeva come andava a finire . , sara' che la legge dispone cosi' . pero' un giudice popolare non dovrebbe mai sapere nulla di quello che si dice nel processo , dovrebbe analizzare tutto finito il processo e vergine di preconcetti .
maria,g
gio 25 aprile 2013 05:55 rispondi a maria,g@ Paolo Lotti. Non insisto. A me risulta che non sia stato mostrato il corpo della piccola dopo essere stato tirato fuori dal pozzo. Ho letto sul web e lo ha dichiarato anche l`avv. Biscotti, che hanno ritenuto opportuno non far vedere il corpo di Sarah a nessuno della famiglia, Concetta, Giacomo e Claudio . Detto cio`, ti faccio notare che commozzione, emozioni o lacrime sembra che in tutta questa triste storia non sono di "casa"....
zaira...
gio 25 aprile 2013 04:21 rispondi a zaira...non capisco .. forse avevano sentito piangere la bambina? e senza pieta' l'hanno strozzata ..pero' un bel giudizio hai te sulle persone , una zia ammazza una nipote di 15 anni perch la figlia era gelosa . inoltre la nipote sapeva qualcosa che non doveva sapere ..percio' una punizione tipo mafia bis . daltronde di questi casi laggiu' sono piene le cronache . . pero' una intuizione .. che sapesse fatti pericolosi . bisognerebbe verificare . non buttarla la' - sono capaci tutti ad intiuire bisogna trovare i riscontri , paolo lotti se tu sei al corrente di fatti che noi non sappiamo scrivilo .tipo bugie o depistaggi .. cosi' una buona volta capiamo anche noi .
zaira
gio 25 aprile 2013 01:54 rispondi a zairasono allibita! se hanno letto tutti gli atti e l'inc prob come mai non hanno trovato ambiguita? secondo quel signore le imputate devevano chiedere perdono per un delitto non commesso? . quando sabrina pianse dissero che erano lacrime di plastica . se piangeva erano di plastica se erano serie non avevano pentimento e commozioni . non capisco tutte queste baldorie che facevano le misseri durante il processo , ma i loro difensori erano loro complici che non le mettevano in riga? erano partiti dal presupposto che erano colpevoli e hanno agito di conseguenza daltronde se hanno deciso cosi' avevano la facolta' di farlo . se invece al loro posto ci fossero stati gli innocentisti avrebbero decretato diversamente . perch in questo dramma ci sono ipotesi che si possono spiegare in modo diversi ,, basta avere l'idea perconcetta .. si puo' decretare colpevoli o innocenti .
Paolo Lotti
gio 25 aprile 2013 01:34 rispondi a Paolo Lotti@maria,g: spiacente, l'hanno visto eccome, il corpo, nello stesso momento in cui l'hanno visto Corte e giudici popolari, per il semplice motivo che le foto sono state proiettate in aula
Paolo Lotti
gio 25 aprile 2013 01:32 rispondi a Paolo Lotti@darpi:il dott Sebastio non ha messo nessuna mano avanti, ha semplicemente specificato, come uomo di legge quale , che questo il primo grado e le imputate hanno diritto di essere considerate innocenti fino al 3 grado di giudizio. Sugli sviluppi che ha ipotizzato il caro Darpi provi a pensare che potrebbero essere ulteriori sviluppi a carico delle imputate con la prova provata (eh gi, ormai quasi formata) della falsit dell'auto confessione di Michele Misseri.
Paolo Lotti
gio 25 aprile 2013 01:26 rispondi a Paolo Lotti@Cinzia1: perplessi? e perch mai? da che mondo mondo i testimoni omertosi, falsi e reticenti popolano le aule giudiziarie. perch sarebbe esagerato l'ergastolo? perch stata ammazzata solo una bambina non tre o quattro? Un omicidio efferato, senza piet, con una condotta processuale indecente, depistaggi, falsit, omissioni, denigrazione della vittima, sfrontataggine, un corpo soppresso per non essere pi ritrovato, lo star vicine alla madre per modificare orari e controllare ogni suo contatto. L'isolamento? mi pare equo, per due persone mai pentite, mai mosse da piet, che ai fatti hanno risposto sfacciatamente con un mare di bugie. La definirei una sentenz acoraggiosa e giusta, dura certo, come doveva essere
Cinzia1
lun 22 aprile 2013 03:00 rispondi a Cinzia1Mi sembra una sentenza esagerata nel contenuto e nelle modalit di attuazione (anche l'isolamento per sei mesi ) Penso che con i Misseri si sia raggiunto il massimo grado della pena disponibile. Per terroristi, per strage e duplice omicidio non sar possibile comminare pene adeguate . Anche il numero di persone rinviate a giudizio per falsa testimonianza consistente. Tutto questo sconvolge e lascia perplessi. Hanno trionfato le opinioni in assenza di prove e sembra che la vendetta abbia sostituito la giustizia
darpi
dom 21 aprile 2013 08:20 rispondi a darpimi dispiace ma la sentenza era gi confezionata e le parole del giurato servono solo come alibi come spiegare altrimenti le considerazioni del giurato allontanato durante il processo ? vedremo se in appello con altre famiglie di magistrati le prove reggeranno e sebastio ha gi messo le mani davanti dicendo che c' la presunzione di innocenza ..significa che anche la procura non cos certa di quello che ha fatto e di questo gli rende merito a differenza di altri magistrati ...
Marinella
dom 21 aprile 2013 09:29 rispondi a MarinellaLe parole del giudice popolare dovrebbero togliere ogni dubbio a chi sostiene che la sentenza fosse gi pronta dall'inizio. Durante la lettura del dispositivo, dai volti cupi e tristi dei giudici traspariva compostezza, seriet, sofferenza. Non me la sento di gioire per le condanne, mentre vorrei esprimere ammirazione e stima per questi Giudici che, secondo me, hanno svolto un lavoro difficile, attento, scrupoloso, doloroso e imparziale. Da cittadina italiana dico loro "Grazie"!