C’era poco ancora da scoprire ieri con l’autopsia eseguita dal medico legale Alberto Tortorella sui tre copri della strage di sabato 18 novembre a Sava. Una formalità dettata dalle procedure che non ha potuto aggiungere niente, o quasi, a quello che è stato già riscontrato durante il primo esame necroscopico fatto nell’immediatezza dei fatti. Salvatore Bisci con la moglie Maria Pasana Pesare e il padre di lei, Damiano, sono morti per le pallottole esplose dalla pistola d’ordinanza dell’appuntato dei carabinieri Raffaele Pesare che delle tre vittime è rispettivamente cognato, fratello e figlio. Tutti e tre sono morti quasi subito per le ferite d’arma da fuoco al volto, al collo e al torace. Nel lungo esame autoptico iniziato nella tarda mattina di ieri e conclusosi in serata, il medico legale incaricato da chi si occupa delle indagini, il procuratore aggiunto Maurizio Carbone con il sostituto procuratore Maria Grazia Anastasia, ha potuto costatare con certezza solo questo. Il resto - di scarso significato considerati i fatti, si saprà dopo i canonici sessanta giorni necessari ai tecnici per dare l’esito degli esami istologici e tossicologici sulle parti anatomiche prelevate ieri.
I FUNERALI CON I COMPAGNI DI SCUOLA
La lunga perizia è servita comunque a liberare le salme per la loro consegna ai parenti che attendono da una settimana il doloroso rito funebre che si svolgerà domani mattina, domenica 26 marzo, nella chiesa madre di Sava. Intorno alle ore 9 è lì che arriveranno le tre bare provenienti dall’ospedale Santissima Annunziata di Taranto. L’omelia sarà officiata dal vescovo della diocesi di Oria, Vincenzo Pisanello, rientrato ieri sera da un viaggio pastorale in Argentina. Al suo fianco ci sarà il parroco don Fernando. Il pubblico si prevede numerosissimo. Il sindaco di Sava, Dario Iaia, che per domani ha proclamato il lutto cittadino, mobiliterà tutta la sua amministrazione invitando la cittadinanza a partecipare alla cerimonia. Il primo cittadino ha scritto anche una lettera ai dirigenti delle scuole e istituti presenti sul territorio comunale sollecitando la presenza al corteo di una rappresentanza di ogni istituzione scolastica. La scuola media Giovanni XXIII frequentata dal figlio undicenne della coppia uccisa, manderà una delegazione di alunni e forse l’intera classe del piccolo orfano la cui presenza domani non è al momento nota. Incerta anche quella della famiglia dell’appuntato Pesare. Dopo i tragici fatti, la moglie originaria di Guagnano, si è trasferita nel suo comune insieme ai due figli, di cui uno ancora minorenne, protetta e sostenuta dai parenti del posto. Nessuno può dimenticare, infatti, che le vittime di questa assurda quanto inspiegabile tragedia, sono anche loro. Un nucleo familiare unito e felice sino ad una settimana fa, con una moglie che accudiva i tre maschi di casa e un capofamiglia orgoglio di tutti per la divisa che indossava e per i sacrifici che aveva sempre fatto per i suoi due figli maschi con il più grande che frequentava l’università. Un sogno distrutto in quei pochi secondi di follia nella casa di via Giulio Cesare. Dal Policlinico di Bari dove il carabiniere è ancora ricoverato e piantonato dai suoi colleghi, non si hanno notizie di un risveglio completo che possa dare la possibilità agli inquirenti di terminare l’iter sospeso dell’interrogatorio di garanzia.
Nazareno Dinoi
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