Sull’onda di quella che sembra essere diventata una tentazione del governo nazionale anche a Manduria amministratori non eletti e dirigenti si autoassolvono di fronte alle legittime critiche dell’opinione pubblica nei riguardi del loro operato.
Sembra essere questa la conclusione suggerita dalla lettera del Comandante della Polizia Locale pubblicata ieri da “La Voce di Manduria”, un lungo documento in cui si sforza di difendere l’indifendibile sulla gara delle divise dei vigili.
Dia retta a Mario Rossi, caro comandante: in certi casi restare in silenzio è più saggio che raccontare frottole e screditare chi cerca soltanto di porre all’attenzione di coloro che hanno il compito di liberare Manduria dalla mafia (i commissari) alcune vicende che accadono nel Palazzo, sotto i loro occhi.
Ma veniamo ai fatti. Lei afferma che pur potendo ricorrere all’affidamento diretto della fornitura ha preferito seguire la via più trasparente di invitare una serie di operatori economici.
E’ vero, ma questo non spiega ancora perché tra le 8 ditte invitate c’era quella che da sempre fornisce – qualunque sia il tipo di procedimento prescelto – il vestiario della Polizia Locale.
Infatti vincolandosi ad una gara che prevedeva la consultazione di più operatori economici, lei non poteva disattendere l’articolo 36, comma 2, lettera b (ho studiato) del codice dei contratti, secondo cui va sempre rispettato il criterio di rotazione degli inviti; un criterio codificato che, come spiega lo stesso articolo del codice, serve ad assicurare l’effettiva possibilità di partecipazione delle microimprese, un’opportunità che, a Manduria, è preclusa di fatto alle imprese operanti nel settore della fornitura di divise, visto che solo una ditta viene sistematicamente invitata e vince le gare, in un modo o nell’altro.
Ma veniamo alla seconda gara, questa volta aggiudicata provvisoriamente alla ditta Giulivo.
Lei sostiene che alcuni agenti avrebbero rilevato una difformità dei campioni forniti dalla ditta Giulivo rispetto alla lettera invito; senonchè quei piccoli “interventi artigianali” della cui mancanza si lamentavano gli agenti non trovano riscontro nella legge regionale, salvo a non voler ritenere che ogni comune pugliese possa personalizzare la divisa dei propri vigili ma, se così fosse, si vanificherebbe il senso di una legge che è nata con l’intento di uniformare.
In altri termini una lettera invito non poteva contemplare caratteristiche delle divise diverse da quelle della legge regionale, altrimenti sarebbe stata, come probabilmente era, illegittima per contrasto con una norma imperativa di rango superiore.
E non ci venga a raccontare che, una volta annullata l’aggiudicazione provvisoria alla ditta Giulivo, la gara avrebbe potuto essere aggiudicata alla seconda classificata! Se la somma impegnata con la gara era di soli 16.000 euro come avrebbe potuto affidare la fornitura a chi, giunto secondo, aveva fatto un’offerta di circa 19.000 euro? Andiamo, siamo seri!
Ma non è tutto! Se gli accorgimenti artigianali che mancavano nella fornitura della ditta Giulivo erano considerati talmente importanti da determinare l’annullamento dell’aggiudicazione, spieghi ai cittadini manduriani la ragione per cui nella gara successiva, quella vinta dalla Kent, li ha esclusi dalla lettera invito! Non erano più necessari? E ancora: riapre la gara e modifica la lettera invito? Perché?
Tutto questo le sembra uno “show giornalistico mediatico?” A noi sembra ben altro.
E non cerchi di tirare per la giacca il segretario comunale che è il responsabile dell’anticorruzione. Confidiamo sul fatto che vorrà inviare tutte le carte all’Anac, così se l’Autorità dirà che la gara è stata regolare saremo tutti più tranquilli. E se poi non lo farà saranno altri ad occuparsi di questa storia di cattiva amministrazione.
Mario Rossi
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