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Nube di OORT
Sin da bambini abbiamo sentito parlare di comete o, in alcuni casi, abbiamo avuto la fortuna di poterle osservare in cielo. In realtà ci siamo sempre chiesti cos’è una cometa? Perché ha una lunga coda che la rende diversa dalle altre stelle? Da dove arriva? Molte risposte a queste domande vengono spesso date in maniera vaga e magari inesatta. La maggior parte delle persone pensa semplicemente che una cometa sia una “palla di neve sporca” che passando in prossimità del Sole viene in parte sciolta, formando la caratteristica lunga coda. Di fatto, questa è una spiegazione metaforica e non esaustiva. Senza andare troppo per il sottile, possiamo affermare che le comete sono composte da un “nucleo centrale” avente un diametro di circa 20 Km, composto di roccia, polveri e gas congelati, tra cui acqua, metano e ammoniaca. Le comete visibili dalla Terra percorrono una traiettoria che le porta a passare attraverso il Sistema Solare spinte dall’attrazione gravitazionale del Sole, proprio la stessa forza che ci tiene attaccati alla Terra. Durante questo passaggio, le alte temperature prodotte dal Sole provocano lo scioglimento degli strati più esterni del nucleo, formando un alone intorno al nucleo centrale detto “chioma”. Per effetto del vento solare la chioma forma una lunga scia nel cielo chiamata invece “coda della cometa”. Tale coda può essere paragonata alla scia che notiamo in cielo al passaggio di un comune aereo. Detto questo, cerchiamo di comprendere l’origine della cometa. La scienza ad oggi si basa su delle ipotesi e afferma che un gran numero di comete provengano da una regione del sistema solare chiamata “Nube di Oort” in memoria del fisico olandese che la scoprì. Tale zona, situata ai confini del Sistema Solare, ben oltre Plutone, sembrerebbe essere ricca di nuclei cometari. La nube di Oort sarebbe un residuo della formazione del nostro Sistema Solare, avvenuta circa 5 milioni di anni fa per addensamento di polveri stellari e gas. Molto lontano dal Sole, le forza in gioco erano talmente basse, da non consentire l’addensamento della polvere in corpi estesi quali i pianeti, come avvenuto nella parte più interna, ma si sono creati solo piccoli “grumi” di materiale. Le basse temperature della regione congelano questi piccoli addensamenti, che altro non sono che nuclei di cometa inattivi, i quali restano quasi immobili nello spazio. Di tanto in tanto, il moto dei pianeti intorno al Sole può provocare degli squilibri nella nube di Oort, riuscendo a staccare un nucleo e spingendolo verso la parte interna del Sistema Solare. Questa ipotesi è stata verificata studiando statisticamente le comete e determinando, secondo la traiettoria, il punto di partenza di questo proiettile cosmico. In base ai parametri del moto, possiamo avere comete su orbite aperte, che dunque passeranno una sola volta per poi spingersi verso lo spazio estremo, o orbite chiuse, che danno luogo alle cosiddette comete periodiche che, ad intervalli regolari, passeranno in prossimità del Sole. Proprio in quest’ultimo caso, i ripetuti passaggi al perielio (la minima distanza dal Sole) possono esaurire la cometa che andrebbe dunque a perdere la sua coda. Per le comete a nucleo denso, abbiamo la formazione di un asteroide, per quelle con nuclei fragili o che subiscono stress meccanici dovuti all’interazione gravitazionale, il nucleo si può vaporizzare estinguendo la cometa. Questa spiegazione sarà utile nel prossimo articolo, dove parleremo della cometa ISON. Il passaggio di questo corpo, atteso per la fine del 2013, potrebbe riservarci uno spettacolo astronomico incredibile ma già se ne comincia a parlare ipotizzando scenari profetici cercando di creare una speculazione simile a quella del 2012.
Dr. Matteo Martini
Dr. Dario Stranieri
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6 commenti
Matteo Martini
mar 22 gennaio 2013 02:07 rispondi a Matteo MartiniSono perfettamente d'accordo con Dario. La Pan Starrs sara', insieme alla Ison, un grande spettacolo naturale da osservare. Sicuramente un'occasione molto importante per i tanti astrofili ma soprattutto per i centri di osservazione. Come si evince dall'articolo, abbiamo parlato di ISON proprio per sfatare l'ipotesi, circolante su web, che questa cometa potrebbe impattare con la Terra durante il suo passaggio. Essendo la ISON una cometa radente, speriamo solo che non venga vaporizzata durante il suo passaggio al perielio. Se questo non avvenisse, potremmo osservare la cometa con una luminosita' molto alta, che la renderebbe visibile anche in pieno giorno ad occhio nudo. Per quanto riguarda invece i nuclei, concordo con quanto affermato. Studiando la distribuzione dei diametri, si vede come il valore medio sia intorno ai 10Km, con code gaussiane tra 5 e 15Km. Si sono osservati anche, in rari casi, nuclei fino a 40Km. Il valore
Matteo Martini
mar 22 gennaio 2013 02:07 rispondi a Matteo Martinidato nell'articolo di 20Km e' una media (gia' in eccesso rispetto al concetto statistico di media stessa) solo per dare un ordine di grandezza di questa misura. Un caro saluto e un grazie a Cosimo per il suo interessante commento. Matteo Martini
dario
mar 22 gennaio 2013 07:30 rispondi a darioCaro Cosimo, anzitutto ti ringraziamo per aver letto e commentato il nostro articolo. Va da se che essendo tu un amico delle stelle hai molte pi conoscenze di un comune lettore. Come abbiamo menzionato nella preview della rubrica, lo scopo del nostro lavoro di divulgazione risiede nel fatto di far diventare semplici argomenti di difficile trattazione. Come hai opportunamente sottolineato, non vi una misura standard del nucleo cometario, di fatto abbiamo menzionato un dato di CIRCA 20 Km senza dare conferme su misure che possono rivelarsi tali. Ad ogni modo nella pagina nella pagina NASA che parla di comete: http://solarsystem.nasa.gov/planets/profile.cfm?Object=Comets&Display=OverviewLong, si eveince che la maggior parte dei nuclei sono intorno ai 5 Km, si osservano distribuzioni fino a 16 Km, con casi eccezionali intorno ai 40 Km. In tutti questi caso ,noi abbiamo messo un valore medio. Dire " non sono d'accordo" cosa significa?
dario
mar 22 gennaio 2013 07:30 rispondi a darioL'ordine di grandezza e' ampiamente rispettato. Come ben sai, la maggior parte degli argomenti che riguardano le stelle o l'esistenza stessa della nube di Oort, si basano su dati probabilistici ponderati dallo stesso fisico olandese. Detto questo sul fatto della PanStarrs noi non l'abbiamo trattata in quanto si volutamente data priorit alla ISON che ha gi portato i catastrofisti ad annunciare collisioni col nostro pianeta. Cercheremo di inserire nella nostra rubrica un articolo che commenti la PanStarss e saranno ben accetti tutti i commenti. Sperando di essere stati esaustivi ti ringraziamo moltissimo e ti mandiamo il nostro caro saluto.
Cosimo
gio 17 gennaio 2013 11:33 rispondi a CosimoNon dimentichiamo che a marzo dovrebbe essere un bell'oggetto, visibile ad occhio nudo, anche la cometa PanStarrs. Sebbene saranno pi favoriti gli osservatori dell'emisfero australe, anche noi dovremmo assistere comunque ad un magnifico spettacolo. Sono un astrofilo ed ho una discreta esperienza in questo campo. In me sono ancora vivissimi i ricordi legati alle osservazioni e alle campagne fotografiche relative al passaggio, rispettivamente nel 1996 e '97, delle comete Hyakutake e Hale-Bopp, perci attendo con ansia quelli che promettono di essere i due eventi astronomici del 2013. In anni pi recenti, sebbene visibili dall'emisfero australe, anche le comete McNaught e Lovejoy hanno dato un grande spettacolo. Mi permetto di aggiungere che, in realt, le code sono due (quella di gas e quella di polveri) e sono chiaramente visibili nella maggior parte delle comete luminose; solo per un effetto prospettico, a volte, possiamo scorgerne solo un
Cosimo
gio 17 gennaio 2013 11:33 rispondi a Cosimoa. Sul fatto che il diametro medio di un nucleo cometario sia di circa 20 km non sono molto d'accordo, in quanto non la regola generale e si osservano corpi di questo tipo con dimensioni molto diverse tra loro.