Non è stato, per quanto fastidioso, il rumore delle motoseghe come sottofondo di tutta la giornata scolastica e neppure l'immagine, per quanto agghiacciante, di un nido di colombi (mi auguro abbandonato) schiacciato tra i rami sul marciapiedi del viale, a darmi una sensazione di costante malessere, quasi come un pugno nello stomaco, questa mattina.
È stato lo stridore ad essere frastornante... Quello stridore emerso dalle domande dei bambini, che mi ha profondamente disturbata oggi a scuola.
C'è stato un alunno che ha affermato con decisione "Maestra, ma gli alberi sono un patrimonio da rispettare, proteggere e preservare!" perché così titola l'argomento trattato sul suo libro di scienze, studiato proprio solo quattro giorni fa, in occasione della Festa dell'Albero e chi invece "Ma lo sanno che ci danno l'ossigeno per respirare?" e io, desolata, dietro ad una cattedra, a non trovare le parole per giustificare ai loro occhi la profonda ed incontrovertibile incoerenza tra quello che gli adulti dicono e quello che gli adulti poi fanno.
Oggi quegli adulti (che ai loro occhi sono sempre giusti, sempre corretti, sempre onesti) quell'incoerenza gliel'hanno brutalmente sbattuta in faccia.
Qualcuno più pragmatico, con il broncio appeso, ha brontolato: "Addio ai giri in bicicletta quest'estate..." “E a chissà a quante delle prossime..” rispondevo io tra me e me.
Ebbene sì, i miei alunni saranno poco più giovani di me adesso quando i nuovi alberi, nella migliore delle prospettive, saranno abbastanza cresciuti da potergli permettere una passeggiata estiva in bicicletta al riparo dal sole, sulla famosa pista ciclabile in costruzione. I miei genitori ultrasessantenni potrebbero non potersela mai più godere e mio figlio, invece, che di anni ne ha meno di uno, passerà la sua intera infanzia e buona parte dell'adolescenza senza potersela mai permettere.
(E dove potrò mai portarlo ad imparare ad andare in bicicletta, mi chiedo io che vivo in un appartamento al primo piano senza giardino e non ho la casa al mare?
Forse al nuovo parco pubblico "Cottontail", unico parco veramente "verde" su Manduria, vicinissimo alla chiesa "S. Gemma Galgani", prontamente inaugurato con sindaco e assessori il 7 giugno, e poco dopo sempre e perennemente chiuso, mattina e pomeriggio, senza nemmeno un cartello che ne indichi motivazione ed eventuali future riaperture?)
Mi sono interrogata su quale lezione oggi abbiamo insegnato ai nostri bambini: per la prima volta nella mia carriera, mi auguro che sia una lezione che dimenticheranno al più presto.
Perché oggi abbiamo insegnato che quello che è vecchio, quello che è malato non è degno di cure o attenzioni e si getta via, che quello che è anziano, obsoleto non si aiuta ma si "taglia" con decisione, senza ripensamenti, con estrema facilità.
Mi auguro davvero che i nostri alunni non imparino questa lezione, che questo non diventi mai un loro pensiero, che mai decidano di tagliare via dalla loro vita qualcosa, o peggio "qualcuno" solo perché non è più nuovo, non è più prestante, non è più completamente in salute. Oggi a fare le spese di questo pensiero sono stati dei semplici e poveri alberi ultrasessantenni ma domani, al loro posto, ad essere "tagliati via" potremmo essere noi.
Una maestra del Prudenzano
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3 commenti
Fernando Maria Maurizio Potenza
oggi, mar 26 novembre 09:50 rispondi a Fernando Maria Maurizio PotenzaCara Maestra, soprattutto gli Istituti Scolastici di qualsiasi ordine e grado potevano fare molto per evitare questa strage. In particolar modo il suo Istituto, che ha preferito voltare le spalle vigliaccamente che indire qualsiasi forma di indignazione e protesta. Invece, vi siete uniti a quella indifferenza e a quel silenzio che da anni oramai incombe in questa Città. Adesso, è troppo tardi per cercare qualsiasi giustificazione a riguardo, cercando le parole giuste per dire ai suoi alunni il perché siete rimasti immobili, mentre decine di motoseghe uccidevano centinaia di alberi sotto i vostri occhi.
Aessandra Moscogiuri
oggi, mar 26 novembre 09:49 rispondi a Aessandra MoscogiuriGrazie Maestra per la sua sensibilità , i bambini vanno in qualche modo rassicurati. Gli alberi nipponici, questo per il gusto dell'esotico, chissà in quanto tempo cresceranno.Quello che sconcerta è che tutto questo scempio sta avvenendo nel più omertoso silenzio dell'Amministrazione. E questo che sgomenta, non aver potuto fare niente in tempo
Domenico
oggi, mar 26 novembre 09:27 rispondi a DomenicoAdesso siamo al melodramma! .. scene agghiaccianti, bambini che non potranno imparare a usare la bicicletta... cuori infranti e nidi distrutti. Quasi che il taglio delle robinie fa piangere più delle bombe su Gaza o della guerra in Ucraina. Una maggiore proporzione tra gli eventi serve di più a tutti. Insegnanti e giornalisti compresi.