
Due anni di attesa per una risonanza magnetica. È quanto si è sentita rispondere una pensionata di Manduria, 70 anni, quando il marito ha provato a prenotare l’esame al Cup. Una risposta che lascia sgomenti, soprattutto se si considera che la donna soffre di gravi problemi alla colonna vertebrale: «A giorni non riesco nemmeno a camminare – racconta – e per andare avanti devo assumere farmaci molto pesanti».
Il caso arriva proprio da Manduria, città che dovrebbe beneficiare del nuovo piano straordinario annunciato con enfasi dieci giorni fa dalla Asl di Taranto per ridurre le liste d’attesa. Dal 1° settembre, secondo quanto dichiarato, il presidio ospedaliero “Giannuzzi” dovrebbe infatti rafforzare l’offerta con 161 risonanze magnetiche, 340 radiografie al torace, 102 Tac e 68 ecografie in più. Una promessa che stride fortemente con la realtà vissuta dalla pensionata manduriana.
La trafila è quella che conoscono migliaia di pazienti: visita dal medico di base, prescrizione per l’esame e poi il tentativo di prenotazione. Ma la prima data utile è fissata nel 2027. «È assurdo – dice la donna –: due anni per un esame che potrebbe chiarire la natura dei miei problemi e indirizzare la cura. Non posso permettermi di aspettare così a lungo».
Con una pensione minima di poco superiore ai 600 euro e l’esenzione dal ticket, la donna si è trovata di fronte a un bivio drammatico: attendere tempi insostenibili o rivolgersi al privato. Ha scelto la seconda strada. «Ho dovuto prenotare in un centro convenzionato, pagando 240 euro. Ma mi chiedo: chi non ha questa disponibilità, cosa dovrebbe fare? È una vergogna».
Il piano della Asl, sulla carta, promette un incremento consistente delle prestazioni non solo a Taranto ma anche negli ospedali di Grottaglie, Castellaneta e Martina Franca. Previsti anche fondi extra per il privato accreditato, con 700mila euro per la radiodiagnostica e 300mila per le specialistiche. Una misura che dovrebbe alleggerire il pubblico ma che rischia di essere percepita dai cittadini come un ulteriore passo verso la privatizzazione.
E a Manduria la frustrazione è palpabile. «Bravo Emiliano», commenta amaramente la pensionata riferendosi al presidente della Regione Puglia. Una battuta amara che racchiude la delusione di tanti cittadini: la sanità pubblica promette tempi rapidi e cure accessibili, ma intanto chi può è costretto a pagare, e chi non può resta in attesa.
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1 commento
Marco
oggi, mer 20 agosto 09:01 rispondi a MarcoIn altre città il dottore lavora anche nel suo studio privato, a pagamento, e il servizio è molto veloce... KI T È M