
Non è stata ancora fissata la data per l’autopsia sul corpo di Assunta Mele, l’anziana di 81 anni trovata morta l’altro ieri nella sua abitazione di via Maruggio. A disporre l’esame sarà il magistrato Filomena Di Tursi, che potrebbe stabilirne l’esecuzione per lunedì. Solo allora sarà possibile fare chiarezza sulle cause della morte, al momento ritenuta “inspiegabile”, ma forse legata al caldo, agli stenti e alla solitudine.
Assunta Mele era vegliata da almeno cinque giorni dalla figlia, affetta da gravi disturbi psichici, che sarebbe rimasta accanto al corpo della madre senza comprendere la tragedia accaduta.
Una storia dolorosa quella delle due donne, sole da anni e segnate da una serie di lutti familiari devastanti. Era il 1984 quando la loro famiglia fu colpita da una tragedia immane: il figlio di Assunta perse la vita in un incidente stradale in moto, insieme a una giovane ragazza che viaggiava con lui. Pochi mesi dopo morì anche il padre, maresciallo dei carabinieri.
Da quel momento, madre e figlia sono rimaste sole, insieme a un altro figlio trasferitosi nel tempo in provincia di Lecce. La perdita del fratello e del padre, si ipotizza, ha segnato profondamente l’allora giovane e bella figlia, la cui fragilità mentale si è aggravata nel tempo. Col passare degli anni, quella ragazza si è trasformata in una figura nota nel quartiere: spesso vista vagare nuda, anche d’inverno, con addosso solo un lenzuolo bianco, lo sguardo perso nel vuoto.
Assunta Mele, rimasta senza marito e senza figlio, ha vissuto per anni accanto alla figlia malata, affrontando da sola un dolore immenso, cercando di proteggerla e di prendersene cura fino alla fine.
Una vicenda che scuote le coscienze, solleva domande dolorose e riaccende i riflettori sul tema della solitudine e dell’abbandono delle persone fragili.
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