Tre anni e otto mesi di reclusione per Walter Modeo, pluripregiudicato di 49 anni e assoluzione per A. C. di 64 anni. Si è chiuso così il processo di primo grado, celebrato con il rito abbreviato nel Tribunale di Taranto, a carico dei due manduriani accusati, in concorso tra loro, di avere esploso 24 colpi di fucile a pompa contro la porta d’ingresso di un’abitazione abitata da una coppia di pregiudicati. Il pubblico ministero Francesco Ciardo che ha sostenuto l’accusa, aveva chiesto quattro anni per Modeo e tre anni e quattro mesi di carcere per il presunto complice. I due imputati, difesi dagli avvocati Cosimo Micera e Luca Cianferoni per Modeo e Micera per il 64enne assolto «per non aver commesso il fatto», erano stati rinviati a giudizio per rispondere di porto d’armi e spari in luogo pubblico in concorso.
I fatti per i quali i due manduriani sono finiti sotto processo, risalgo a maggio del 2019 quando la tranquillità di una strada del rione Santullo nel centro urbano di Manduria, fu scossa dal fragore di 24 potenti colpi di arma da fuoco tutti diretti contro l’abitazione di una coppia. Le pallottole calibro 12 caricate a pallettoni, oltre al portone d’ingresso della casa colpirono una finestra del primo piano i cui vetri andarono in frantumi ed una Fiat Seicento che era parcheggiata lì vicino. Nel corso dei sopralluoghi da parte degli agenti di polizia del locale commissariato, il personale della scientifica recuperò per strada, nelle vicinanze dell’abitazione presa di mira, 26 cartucce di cui due inesplose e, poco distante, lungo la via di fuga dell’attentatore, altre 22 sempre dello stesso calibro, poi sequestrate.
A portare gli investigatori sulle tracce di Modeo e del suo presunto complice (un terzo individuo non è stato mai individuato), oltre all’attività investigativa degli agenti di polizia del commissariato e della Squadra mobile di Taranto, furono le immagini di numerose telecamere di sorveglianza che ripresero la scena degli spari e della successiva fuga. Le scene visionate mostravano un uomo mentre puntava il fucile e faceva fuoco contro la porta, poi sul relativo balcone e infine contro la macchina parcheggiata. Sulla via di fuga un’altra telecamera inquadrava l'attentatore mentre impugnava ancora il fucile. Modeo fu così arrestato ai domiciliari mentre il 49venne denunciato a piede libero. Dopo quasi cinque anni da quell’attentato di fuoco, il processo si è chiuso con la condanna del presunto esecutore materiale di quegli spari. Certo, da parte sua, il ricorso in appello contro la sentenza pronunciata ieri dalla giudice Paola D’Amico.
N.Din.
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