
Martedì scorso la domiciliazione degli avvisi, ieri erano già pronte le Daspo per i 19 tifosi del Manduria indagati a vario titolo di manifestazione non organizzata, scoppio di petardi e di frasi minatorie nei confronti dei giocatori e i dirigenti della società Ug Manduria. Pesanti i provvedimenti emessi dal questore di Taranto che vieta per un periodo che va dai due ai dieci anni, di assistere agli incontri di calcio, pallacanestro, pallavolo, rugby e pallanuoto, a qualsiasi livello, agonistico o amichevole, calendarizzati e pubblicizzati (campionati di serie A, B, Lega Pro, tutte le categorie restanti, competizioni internazionali, incontri amichevoli e quelli in cui è impegnata la nazionale italiana di calcio, pallacanestro, pallavolo, rugby e pallanuoto. Ad ognuno dei tifosi colpiti viene poi aggiunto, per un periodo variabile, l’obbligo di firma da apporre negli uffici del commissariato di polizia quindici minuti dopo l'inizio del primo tempo e dopo la fine del secondo tempo di ogni incontro casalingo ed esterno del Manduria.
I fatti per i quali sono scattati i Daspo si sarebbero verificati il 9 marzo quando la formazione biancoverde che milita nel campionato di eccellenza era impegnata contro il Massafra nell’incontro programmato con inizio alle 20. Prima della partita, gli ultras si erano riuniti, come sempre fanno ad ogni incontro casalingo, sulla piazzetta della scuola G.L. Marugj, luogo di ritrovo storico. Lì avrebbero intonato cori, sventolato bandiere e acceso fumogeni colorati. Da lì il gruppo si sarebbe recato in corteo verso lo stadio, anche questo come consuetudine negli incontri importanti, continuando con gli slogan, sventolio di bandiere e fumogeni. Secondo gli agenti del commissariato di polizia al comando della vice questore aggiunto, Marinella Martina, qualcuno avrebbe anche esploso petardi nonostante la presenza di autovetture ed anche all’arrivo della tifoseria del Massafra. Al termine dell’incontro concluso senza reti, gli ultras avrebbero contestato e insultato la squadra e la società.
I «daspati» che hanno affidato la propria difesa agli avvocati Manolo Gennari, Cosimo Micera, Lorenzo Bullo e Gianluca Parco, smentiscono le accuse. In una nota diffusa ieri mattina prima della notifica dei provvedimenti, il gruppo ultras definiva la manifestazione incriminata come «un momento di euforia e allegria». «Stavamo andando dal nostro Manduria, era la giornata giusta per farlo - scrivono -, e aggregare più gente possibile per contribuire a una causa che avvolge in maniera significante soprattutto il nostro territorio, la lotta ai tumori». Il derby era infatti dedicato all’Associazione nazionali tumori a cui era destinato parte dell’incasso. Il collegio difensivo intanto è già all'opera. Entro domani gli avvocati dovranno presentare memorie al gip che dovrà convalidare i Daspo più pesanti, quelli con l'obbligo di firma. Per tutti gli altri si dovrà percorrere la normale strada dell’opposizione amministrativa al prefetto di Taranto. Se tutti i Daspo saranno confermati, la tifoseria biancoverde perderà una trentina di supporter sugli spalti, i 19 raggiunti ieri ed una decina che sta già pagando per precedenti misure.
Nazareno Dinoi su Quotidiano di Puglia
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2 commenti
Sconosciuto
sab 22 marzo 14:35 rispondi a SconosciutoIo mi chiedo dalle altre parti, buttano bombe, fanno casino e fanno esplodere fuochi d'artificio nello stadio e poi per aver fatto un corteo per sostenere la nostra squadra, tutto sto bordello, fate veramente schifo🤡🤡
Giova
sab 22 marzo 13:00 rispondi a GiovaSecondo me meglio perdere qualche tifoso troppo esagerato in modo che la restante tifoseria possa in allegria manifestare la sua vicinanza alla squadra del cuore ma senza esagerare , questi sono i veri tifosi