
È l’avvocato manduriano Francesco Di Lauro, noto per il suo impegno nella difesa dell’ambiente e dei diritti degli animali, a scendere in campo per chiedere giustizia per Bruno, il cane molecolare ritrovato morto nel suo box a Taranto. Accanto al corpo dell’animale – un Bloodhound impiegato in operazioni di soccorso – sono stati rinvenuti resti di bocconcini farciti con chiodi, che secondo le prime ipotesi avrebbero causato la sua atroce morte.
Di Lauro, già parte civile per conto del Wwf Italia nel processo "Ambiente svenduto" sull'ex Ilva, ha ricevuto mandato da Michela Vittoria Brambilla, deputata e storica paladina dei diritti degli animali, per rappresentare l’associazione Leidaa Odv, da lei fondata. Ieri mattina Di Lauro ha depositato alla Procura della Repubblica di Taranto una querela contro ignoti, chiedendo il riconoscimento della parte offesa e sollecitando indagini approfondite.
Nell’atto di denuncia, Di Lauro ha richiesto anche il sequestro della carcassa dell’animale e di ogni oggetto utile alle indagini, ritenuti fondamentali per l’esecuzione di accertamenti peritali irripetibili. L’obiettivo è fare piena luce sulle responsabilità dell’accaduto e applicare le sanzioni previste dalla nuova legge per la tutela degli animali, recentemente approvata e promossa proprio dalla Brambilla.
Non è escluso che, su impulso dell’avvocato Di Lauro, un perito nominato dall’associazione “Leidaa” possa partecipare all’autopsia già disposta dalla Procura, affidata al professor Orlando Paciello dell’Università Federico II di Napoli. In tal caso, il pubblico ministero titolare dell’indagine, Vittori Petronella, potrebbe posticipare l’esame per garantire il contraddittorio tecnico.
I resti di Bruno, inizialmente sepolti nel centro addestramento cani del Dipartimento Sicurezza Cinofili Endas di Talsano, sono stati nel frattempo riesumati e trasferiti al centro zooprofilattico di Taranto per i necessari esami.
Il drammatico caso, diventato ormai internazionale – citato anche dal New York Times– ha scosso l’opinione pubblica. In questa vicenda, l’avvocato Francesco Di Lauro rappresenta una delle voci più autorevoli e attive nella ricerca della verità e nella difesa di chi, come Bruno, non può più raccontare la propria storia.
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