
Un presunto caso di cattura e uccisione di colombacci nel cuore di Maruggio sta scuotendo il dibattito pubblico e attirando l’attenzione delle autorità. Sul tetto della sede comunale sarebbe stata rinvenuta una grande gabbia-trappola in metallo, all’interno della quale alcuni piccioni, ormai provati dal caldo soffocante di questi giorni, erano ancora vivi. A scoprirla sarebbero stati gli agenti del commissariato di Manduria, guidati dalla dirigente Marinella Martina, che hanno immediatamente liberato gli animali e ritirato la struttura, inoltrando poi un dettagliato rapporto all’autorità giudiziaria.
L’operazione sarebbe nata a seguito di un esposto depositato dall’associazione ambientalista Azzurro Ionio, presieduta dall’avvocato Francesco Di Lauro, esperto di diritto ambientale. Secondo quanto riportato, la denuncia sarebbe stata supportata dalle segnalazioni di una fonte interna al comune che avrebbe chiesto di mantenere l’anonimato per timore di ritorsioni.
La testimonianza descrive la presenza, da mesi, di una gabbia a cattura unidirezionale posizionata sul tetto del municipio con lo scopo di ridurre drasticamente la presenza di piccioni nel centro storico. La stessa fonte sostiene che centinaia di volatili sarebbero stati soppressi in poche settimane e che, a causa di tale pratica, anche specie protette – come civette e falchi – sarebbero state esposte a gravi rischi attratte dalle carcasse o dai resti lasciati nella gabbia. In un episodio citato nell’esposto, persino un gatto domestico sarebbe rimasto intrappolato, liberato solo grazie all’intervento della polizia locale.
Gli ambientalisti hanno chiesto di chiarire se dietro a questa attività vi sia stato un coinvolgimento diretto dell’amministrazione comunale o di ditte esterne incaricate, invitando gli inquirenti ad acquisire eventuali autorizzazioni, ordini di servizio e soprattutto le registrazioni delle telecamere di videosorveglianza nei pressi del municipio, che potrebbero documentare modalità di cattura e destino degli animali.
Richiesto anche l’intervento dei servizi veterinari della Asl, per verificare le conseguenze sanitarie e ambientali di un simile sistema di controllo della fauna urbana.
Le indagini sono attualmente in corso e spetterà alla magistratura stabilire se le pratiche adottate possano configurare ipotesi di reato o se siano state svolte nel rispetto delle norme. Nel frattempo, tra gli attivisti di Azzurro Ionio prevalgono indignazione e sconcerto, e la vicenda sembra destinata ad avere ulteriori sviluppi giudiziari ben oltre la liberazione dei pochi colombacci sopravvissuti.
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1 commento
Marco
oggi, lun 18 agosto 09:00 rispondi a MarcoMolto probabilmente qualcuno avrà detto: "ma lassa cu muerunu" 🧟♂️ che gentaglia pirata