«Quando il dolore diventa spettacolo e non ci si preoccupa dell'impatto che un film possa avere sulla immagine di una comunità. Il caso Scazzi è una ferita ancora aperta per la comunità locale e la serie tv "Avetrana - Qui non è Hollywood", di imminente programmazione, appare come la spettacolarizzazione di una tragedia profonda, un atto di disprezzo verso il dolore dei familiari delle vittime e della comunità stessa». Sono a dir poco aspre le parole usate da Toni Greco, presidente di Confcommercio Avetrana, per fare da sponda all'iniziativa del primo cittadino Antonio Iazzi di bocciare la fiction e soprattutto la scelta di inserire il nome della cittadina nel titolo della serie. Con il suo intervento il rappresentante della Confcommercio ha inteso sintetizzare il sentimento di condanna della delegazione dei commercianti e degli operatori delle attività del turismo verso una narrazione cinematografica che riporta alla luce un trauma che la comunità locale ha faticosamente cercato di superare «negli ultimi anni e che purtroppo si basava sullo stereotipo e il luogo comune - già proposto in quegli anni da una certa informazione- di una comunità e di un ambiente culturale arretrato in cui sarebbe maturato il delitto». Per questo motivo la serie e i suoi produttori sono finiti nel mirino del sindaco e ora anche dei commercianti. Con il primo cittadino che ha minacciato di ricorrere ad un'azione legale per tutelare Avetrana dalla serie che rievocherà la tragedia della 15enne scomparsa 14 anni fa e trovata cadavere in una cisterna interrata. Un delitto brutale che all'epoca calamitò l'attenzione di tutta Italia e non solo su Avetrana e per il quale Sabrina Misseri e Cosima Misseri, rispettivamente cugina e zia della giovane vittima, stanno scontando la condanna all'ergastolo.
«Un film - insiste il rappresentante della Confcommercio - prodotto poco curandosi del danno che l'utilizzo del nome della città possa provocare all'economia locale, come giustamente stigmatizzano gli operatori del commercio e del turismo: un film che danneggia l'immagine turistica di Avetrana e che passa sulla dignità una comunità locale, senza tenere conto dell'impatto negativo che avere sulla vita delle persone».
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3 commenti
Sandropolimeno
mar 24 settembre 15:21 rispondi a SandropolimenoE’ piaciuto svolgere il grande fratello durante le ricerche e dopo? Questo è il prezzo da pagare .
Cosimo massafra
mar 24 settembre 12:38 rispondi a Cosimo massafraMi spiace per Avetrana ed i suoi abitanti. Quanto accaduto alla povera ragazza non ha patria, poteva succedere ovunque, il territorio non c'entra, auguriamoci non si ripeta. Per quanto concerne il resto purtroppo il livello culturale e conseguentemente morale nel nostro bel paese si è di tanto abbassato. Ridotti ad un popolo di guardoni insensibile dei sentimenti altrui, guardoni col telefonino a riprendere incapaci di sensibilità verso le "vittime" della nostra ripresa.
alfonso
mar 24 settembre 08:07 rispondi a alfonsoCiò che accadde ad Avetrana è già stato fin troppo spettacolarizzato. Ora basta con questo accanimento mediatico e ben fà il Sindaco se riesce a bloccare tale iniziativa indipendentemente dal fatto di menzionare il nome della città.