Martedì, 18 Febbraio 2025

Giudiziaria

Come il povero Antonio Stano ma questa volta la vittima ha denunciato

Invalido vessato e derubato, condannato il minore del branco

Avvocato Alessandro Cavallo Avvocato Alessandro Cavallo

Un anno di pena per il minorenne e procedimento ancora in corso per i due complici di 21 e 40 anni. Arriva così la prima risposta della giustizia per l'inquietante episodio accaduto a Manduria poco più di un anno fa che rischiava di replicare l'orrendo crimine della «banda degli orfanelli», causa di morte per sfinimento del pensionato 65enne manduriano, Antonio Cosimo Stano, vessato e torturato per anni da una baby gang che si divertiva a filmare le sevizie sulla vittima. I fatti per i quali il Tribunale dei minorenni ha emesso la sentenza venerdì scorso (per altri due maggiorenni coinvolti è ancora in piedi il processo istruito dalla Procura ordinaria), si sono verificati a novembre del 2023. Obiettivo del branco composto da un sedicenne, un diciannovenne e un trentottenne, tutti manduriani con precedenti penali e di polizia, era un anziano di 76 anni invalido al 100% che viveva solo in casa. 

Con la stessa tattica e uguale copione degli «orfanelli», per due notti di seguito la banda con il minorenne in prima fila, si era introdotta in casa del pensionato sfondando la porta e facendo irruzione nella stanza da letto dove l'uomo dormiva. Un risveglio da incubo per il 76enne che con la minaccia di morte è stato costretto a consegnare tutto il denaro che aveva in casa. Un bottino da fame pari a 23 euro che i due malviventi (il terzo, ricostruiranno i carabinieri, era fuori a fare da palo), prendevano con stizza lasciando l'appartamento. La notte successiva, stessa scena, ancora minacce di morte, nuovo spavento per l'invalido e bottino ancora più misero, appena 7 euro che i due rapinatori intascavano schernendo la loro vittima per i pochi soldi che aveva in casa. In tutti i casi i rapinatori avevano agito a volto scoperto.

A differenza di Antonio Cosimo Stano, rimasto in silenzio subendo angherie e violenze durate anni sino alla morte avvenuta il 23 aprile del 2019, questa volta il 76enne ha trovato la forza di denunciare tutto ai carabinieri che hanno messo sotto tutela la vittima organizzando un piano di appostamento notturno in incognito, sicuri che la gang si sarebbe ripresentata. In effetti, un giorno dopo l'ultimo episodio, poco dopo la mezzanotte, i due militari di guardia all'interno di un'auto civetta hanno visto arrivare tre individui uno dei quali si nascondeva dietro a dei cespugli mettendosi di vedetta e gli altri due bussavano alla porta dell'anziano che sfondavano introducendosi in casa. A quel punto i carabinieri si sono fiondati nell'appartamento bloccando i due malviventi, il minorenne e il ventunenne mentre il quarantenne che avevano riconosciuto, è stato raggiunto quella stessa notte nel suo domicilio. 

Immediata la richiesta degli arresti da parte degli investigatori dell'Arma che nell'informativa inquadrano l'episodio come «motivo di allarme sociale, specie in una comunità come quella di Manduria scrivono -, già in passato teatro di un evento di bullismo e violenza, tristemente balzato alla ribalta della cronaca (caso Cosimo Antonio Stano)». Finito sotto processo, il minorenne difeso dall'avvocato Alessandro Cavallo, è stato condannato a un anno e un mese di reclusione dalla giudice del Tribunale per i minorenni di Taranto, Silvia Nastasia che ha disposto la messa in libertà del condannato. Sul suo curriculum criminale pesa la rapina del cellulare ad un minorenne e un'altra denuncia per aver puntato una pistola giocattolo contro il petto di un altro minorenne. Nel corso del dibattimento l'allora sedicenne e oggi non ancora maggiorenne, ha chiesto più volte scusa alla sua vittima.

Nazareno Dinoi su Quotidiano di Puglia

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3 commenti

  • Dino Conta
    lun 3 febbraio 23:37 rispondi a Dino Conta

    Chissà se un giorno il giudice o gli imputati diventano invalidi e qualcuno fa la stessa cosa a loro forse capiscono che hanno sbagliato. Il giudice e i condannati.

  • Franco dimonopoli
    lun 3 febbraio 11:18 rispondi a Franco dimonopoli

    Da vergognarsi. Altro che foto del legale in bella vista sulla testata. Il giudice non ha valutato, il minore non ha chiesto neanche scusa alla parte offesa. Tra qualche anno o prima, il delinquente combinerà nuovamente qualche cazzata. Non ci vuole Freud per capirlo.

  • Manduriano
    lun 3 febbraio 07:54 rispondi a Manduriano

    Dopo tutto quello che hanno fatto al povero anziano,un anno e un mese di pena sospesa al minore e poi rilasciato,i giudici e le leggi italiane sono la nostra rovina,è naturale che la gente delinque,tanto non gli fanno niente,Manduria è messa proprio male e sarà sempre peggio...

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