
Il depuratore di Sava e Manduria diventa un caso di studio all’Università di Verona. Non come esempio virtuoso, ma come simbolo di cattiva pianificazione territoriale e ambientale. A portarlo all’attenzione dei professori del dipartimento di Giurisprudenza è Antonio Saracino, studente di Avetrana. «Volevo dare voce a una problematica a me cara che potrebbe diventare una vera emergenza ambientale», racconta il giovane di 32 anni, lettore assiduo del nostro giornale che lo scorso aprile ha sostenuto l’esame di “Geografia e Sostenibilità del Territorio” all’interno del corso magistrale in Governance delle Emergenze.
Come tanti pugliesi anche lui ha deciso di trasferirsi al nord per studiare, ma non ha dimenticato la sua terra con tutte le sue bellezze e criticità. Una delle questioni che più gli sta a cuore è il depuratore entrato in funzione lo scorso settembre, che lui stesso definisce l’Ecomostro. «Il progetto in sé ha un’origine nobile, ma purtroppo non è tutto oro quel che luccica», chiarisce l’avetranese che nel suo studio universitario ha ricostruito la storia dell’impianto di depurazione dei reflui e della sua gestione sottolineando le carenze strutturali.
Tra i punti da lui contestati ci sono la scelta della collocazione a Urmo Belsito, vicinissima alla costa e alla zona protetta della Salina dei Monaci, e la decisione di scaricare le acque reflue nel bacino di Torre Colimena. «Peggio di così non si poteva fare», spiega senza mezzi termini il ragazzo esprimendo tutti i suoi timori: «La Salina dei Monaci, la macchia mediterranea e le meraviglie naturali come la schiusa delle uova di tartaruga e l’emigrazione dei fenicotteri rosa sono a rischio perché lo scarico in battigia, se non controllato, distruggerà in maniera irreversibile questa biodiversità». Anche i suoi docenti avrebbero espresso perplessità: «Non hanno compreso la logica del progetto e ne sono rimasti stupiti».
Antonio è anche un attivista di Plastic Free ed ex collaboratore della Pro Loco di Avetrana: c’era anche lui alle manifestazioni contro lo scarico a mare: «Ogni sforzo, però, è stato vano perché il depuratore non solo è stato ultimato ed è entrato in funzione, ma come leggo dal vostro giornale, già si annusano i primi problemi come i cattivi odori nell’aria, esattamente come previsto», sottolinea il giovane preoccupato per la sua terra che rivede soltanto in vacanza. A Verona, oltre a studiare e impegnarsi per le questioni ambientali del suo paese, lui presta servizio militare, motivo per cui al momento non può tornare definitivamente nella sua amata terra. «Mi dispiace essere lontano e vederla martoriata», conclude con amarezza Antonio che spera un giorno di tornare e di poterla difendere.
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5 commenti
Gregory
oggi, gio 27 febbraio 11:16 rispondi a GregoryLa posta in gioco è molta,adesso diranno o che è territorio di Avetrana come da antica planimetria. Opinione
CRICORIU
oggi, gio 27 febbraio 10:30 rispondi a CRICORIUSicuramente l'intento del gesto di questo ragazzo è fatto con le intenzioni più serie e nobili di questo mondo. Ma il posto in cui e' andato a manifestarla e' decisamente sbagliato e fuori luogo. In quelle zone oltre il fiume Po non ci mettono nulla a manifestare il loro pensiero con i soliti tormentoni "ecco i soliti terrun" per deriderci e percularci.. . Paradossalmente sarebbe meglio interpellare striscia la notizia o report. Il risalto mediatico e' quello che smuove l'opinione pubblica ed e' quello che porta a veri cambiamenti. ps mo ce la commissioni ca sta controlla.. cu quedda cu l'acchiali skattusi ca gia' si e' lavata le mani comu ponzio pilato....
gerardo
oggi, gio 27 febbraio 09:14 rispondi a gerardoe ci voleva che si scomodasse l'universita' di Verona per capire la discutibile scelta del sito dove far nascere il depuratore?! Quando fu' fatta quella scelta,circa trentacinque anni fa', il giovane studente di Avetrana non era ancora nato
Gregorio
oggi, gio 27 febbraio 09:10 rispondi a GregorioPurtroppo carissimo Antonio, la nostra amministrazione del cambiamento ha un organico ( questa parola si avvicina tanto alla spazzatura 🗑️) ..comunque, continuo il discorso, ..ha un organico di persone competenti , nel senso che nella loro vita privata svolgono le funzioni di: professori, insegnanti, ingegneri, i notai, gli avvocati, i medici, gli architetti, gli psicologi, e così via. Ecco, il problema è che ancora non sanno cos’è la BIODIVERSITÀ, sono lontani anni luce ⚡️⚡️. Purtroppo tutti i nostri commenti sono nulli, perché l’amministrazione è talmente sicura di sé, che si comportano come alle tre scimmie 🙈 🙉🙊. Pora à nui !!! Basta pensare che hanno approvato il parcheggio sotterraneo in una zona compromessa da un Canale Romano , forse se tutto va bene, sarà finito tutto nel 2035..salvo imprevisti !
Lorenzo Libertà per la Marina
oggi, gio 27 febbraio 09:48 rispondi a Lorenzo Libertà per la Marina2035? Più o meno l' anno in cui allacceranno tutta la Marina al depuratore di Urmo 🤣🤣🤣🤣 La Marina paga il conto e i " Savesi" se la godono 😜