Non c’è mai stato nessun parere dei giudici che attestasse la proprietà pubblica o meno dell’ultimo tratto del Vicolo Stretto nel cuore del centro storico manduriano. Ed esisterebbe anzi una relazione dell’ufficio tecnico del comune che attribuirebbe la titolarità di quel tratto ai proprietari di un immobile che s’affaccia sul vicolo in questione.
Si complica così l’intricata vicenda che vede uno dei più suggestivi scorci dell’antico borgo ebraico della città messapica conteso da due famiglie. Ieri abbiamo dato conto alle rivendicazioni di una coppia che possiede un piccolo appartamento nel vicolo e che lamenta la chiusura dell’accesso del lato Vico Marco Gatti con tre grossi vasi e relative piante che avrebbe posizionato l’altra proprietaria che oggi racconta la sua versione dei fatti.
Effettivamente circa dieci anni fa il comune di Manduria ordinò l’eliminazione di un cancello che chiudeva definitivamente l’accesso al vicolo (oggi sostituito dai tre grossi vasi). La proprietaria allora si oppose al Tar che non concesse la sospensiva dell’abbattimento, ma non si espresse sulla legittima proprietà di quel tratto di vicoletto. Una successiva relazione firmata da un funzionario del comune di Manduria, avrebbe poi certificato l’esclusiva proprietà privata e non pubblica di quella porzione di vicoletto contrariamente a quanto sostiene la coppia che ha riaperto il contezioso. La materia sarà ora oggetto di un nuovo ricorso alla giustizia amministrativa che, questa volta, entrerà nel merito della questione scrivendo la parola fine ad un contenzioso che dura da almeno venti anni.
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10 commenti
fadiered
ven 30 agosto 2024 05:44 rispondi a fadieredIo ci metto pure l'occupazione illegale di Palazzo Corcioli.
Antonio Ruggero
ven 30 agosto 2024 09:15 rispondi a Antonio RuggeroCome fa un Vicolo diventare proprietà privata? Sola a Manduria possono succedere queste cose........ Siamo ormai allo sbando completo e assistiamo all'assordante silenzio dell'Amministrazione.......
cosimo malagnino
gio 29 agosto 2024 05:12 rispondi a cosimo malagninoEsisterebbe o esiste la dichiarazione del saccente funzionario dell'ufficio tecnico indigeno a certificare la proprietà!! E che valore ha o avrebbe una simile dichiarazione ? E su quali prove documentate si poggia tale dichiarazione, ammesso e non concesso che esiste ? Mi torna in mente la regola dei tre : " se fossi , se avessi , se potessi , erano tre fessi che giravano il mondo" e girano ancora!
Gregorio
gio 29 agosto 2024 04:41 rispondi a GregorioInfatti.. tempo addietro c’era un cancello e, successivamente fu tolto, diciamo “CANCELLATO” !!🤣🤣🤣🤣🤣
Sebastiano
gio 29 agosto 2024 02:55 rispondi a SebastianoDa quando un funzionario dell’ufficio tecnico attesta le proprietà private? Non erano i notai che lo facevano con rogiti?quindi atti pubblici? È possibile visionare il rogito del ragioniere?
Cm
gio 29 agosto 2024 09:26 rispondi a CmChe schifo!!!! Il citofono è una vergogna.
Mm
gio 29 agosto 2024 09:09 rispondi a MmDalla foto appare più un arco di ingresso in area privata che altro. Sarebbe importate appurare se oltre alle tracce del cancelletto rimosso esistono segni di precedenti cardini. Fermo restando che i ghetti avevano l'obbligo della chiusura notturna, quindi ove anche trovati quelli sul portale non certificherebbero la proprietà privata a meno che non si trovassero segni di limitazione anche verso l'interno del ghetto. Simile la situazione nel cortile del castello di Maruggio, l'area è privata dei comproprietari ma non è inibito il libero transito pedonale.
Vincenzo
gio 29 agosto 2024 08:31 rispondi a VincenzoSe la chiusura mediante cancello era stata ritenuta illegittima, allo stesso modo lo sono i vasi, che precludono il passaggio. In relazione alla proprietà che ha acquisito la piccola abitazione, essa ha innegabile diritto di passaggio, essendosi costituita nel tempo, per ogni soggetto proprietario, la relativa servitù. A nulla possono rilevare dichiarazioni rilasciate da tecnici, sia pure comunali, facendo fede gli atti catastali dai desumere le proprietà/attribuzioni delle particelle, dei subalterni e delle parti graffate che, della particella/proprietà principale, ne farebbero parte perchè ad essa attibuita, a seguito di variazione catastale, conseguente alla registrazione di atto notarile di aquisizione. Ricorso al tar? Mi sa tanto che il proprietario dei vasi si dovrà fare carico di tutte le spese del caso.
Vincenzo
gio 29 agosto 2024 08:31 rispondi a VincenzoSe la chiusura mediante cancello era stata ritenuta illegittima, allo stesso modo lo sono i vasi, che precludono il passaggio. In relazione alla proprietà che ha acquisito la piccola abitazione, essa ha innegabile diritto di passaggio, essendosi costituita nel tempo, per ogni soggetto proprietario, la relativa servitù. A nulla possono rilevare dichiarazioni rilasciate da tecnici, sia pure comunali, facendo fede gli atti catastali dai desumere le proprietà/attribuzioni delle particelle, dei subalterni e delle parti graffate che, della particella/proprietà principale, ne farebbero parte perchè ad essa attibuita, a seguito di variazione catastale, conseguente alla registrazione di atto notarile di aquisizione. Ricorso al tar? Mi sa tanto che il proprietario dei vasi si dovrà fare carico di tutte le spese del caso.
Gregorio
gio 29 agosto 2024 07:30 rispondi a GregorioÈ il comune dov'è? Menfrechismo o rogna