
Non sempre tradizioni che rientrino in un costume di convivere civile, ma che possono configurarsi come “abusi e prepotenze”.
Per esempio una consuetudine di queste zone, sono le sedie a occupare i parcheggi.
Nella foto addirittura parcheggi con le strisce blu, ma ancora non sono partiti i parcometri. Partiranno domani, così mi sono chiesta se, domani, avrebbero fornito le sedie di regolare tagliando con targa.Non è insolito trovare le sedie che occupino i parcheggi.
Ieri sera ad Avetrana è stata festa e per ben due volte ho accostato per parcheggiare, trovandoci una sedia.
Qualcuno dirà perché tollerare questo abuso? Perché non spostare la sedia sul marciapiede? Semplice. Per “paura” di ritorsione verso la macchina, rigature alla carrozzeria o altro, così “ci si adatta” a questa barbara usanza!
“Costume” o meglio “SCOSTUME”?
Eppure i parcheggi non mancano, ma non sia mai che si debbano fare dieci metri per trovarne uno libero!!!Il primo anno qui, ignara di questa forma di "consuetudine", ingenuamente credetti che quella sedia fosse stata dimenticata lì dalla sera prima.
Altra usanza, ma che ha del folklore, quando a causa del caldo, la gente si siede davanti casa a chiacchierare. Così scesi dalla macchina e la spostai sul marciapiede. Repentina venne fuori una signora che doveva essere appostata dietro le persiane come “la piccola vedetta lombarda” o meglio, come un condor delle Ande, che con fare minaccioso mi fece presente che quel parcheggio era del figlio!
Naturalmente la mia indole non è predisposta a tollerare senza replica, così le feci presente che niente indicasse che fosse un parcheggio “riservato”.
Risposta?
«Quando mio figlio ritorna è stanco, e non si può mettere a cercare posto tre ore! Parcheggiate da un’altra parte!» Cuore di mamma…
A quel punto tirai fuori il cellulare e replicai: «Va bene, ma prima chiamo i vigili e vediamo chi ha ragione!»
Al termine “vigili” divenne subito più mansueta e con fare accondiscendente mi disse, come reale concessione, che “se fossi rimasta poco tempo, avrei potuto lasciare la macchina!”
Mi sentì trascinata in un teatro dell’assurdo.Al ritorno, dallo specchietto retrovisore, vidi la donna rimettere la sedia sull’asfalto. Anche per quel giorno il pargolo di mamma, non avrebbe sudato parcheggiando a pochi metri dalla porta di casa! Era da poco uscito il film “Benvenuti al Sud”.
Fortunata Barilaro
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2 commenti
Manduriano
gio 19 giugno 22:19 rispondi a MandurianoQuanta ignoranza,il bello è che si sentono di avere ragione, addirittura ti dicono,se per poco puoi parcheggiare,se no ti trovi un altro posto,vivono in un mondo tutto loro,noente leggi,niente rispetto per il prossimo dopo al nord ci chiamano terroni,e ti credo,siamo indietro 20 anni dal nord .
Angelo
ven 20 giugno 12:05 rispondi a AngeloSig Manduriano,qui il pesce puzza dalla testa .È chi amministra il paese che puzza,poi ti fanno fare i cxxx tuoi basta che loro fanno i loro. Chi controlla, chi chiami,chi risponde al telefono,chi applica le leggi??? Ad ognuno il suo basta avere il posto fisso,a già oggi hanno anche i social in attesa del 27. PUTIN pensaci Tu. GRAZIE