
L’uccello nero comparso ieri a testa in giù, incastrato nella porta di via Maruggio dove si è consumato il dramma, è il macabro simbolo, finito lì chissà come, di un messaggio che qualcosa di soprannaturale sembra aver voluto lasciare come marchio sulla coscienza di tanti.
Quello della donna trovata morta, con la figlia che per giorni l’ha vegliata inconsapevolmente, è un altro dramma che riaccende i riflettori sul tema della marginalità sociale e sull’urgenza di una rete di protezione più efficace per le famiglie fragili.
Un bruttissimo caso nella «civile» Manduria, dove ancora una volta a venire meno è la credibilità delle istituzioni locali, che in tema di “sociale” sembrano essere più interessate alle inaugurazioni delle giostrine che ai reali problemi delle fasce più deboli della società. La storia venuta drammaticamente alla luce ieri è la dimostrazione di tutto ciò: la storia di due donne invisibili, il cui dramma è stato nascosto da tutti. Due donne sole che vivevano in un appartamento situato a cento passi dalla centralissima villa comunale, in una casa che si affaccia su una delle strade più frequentate di Manduria, con diverse attività commerciali molto frequentate.
È stato proprio uno di questi esercenti, che conosceva le due donne e il loro dramma, l’unico a preoccuparsi nel non vedere da giorni la più anziana signora trovata poi morta. È stato lui – non i servizi sociali, che pure sapevano (o avrebbero dovuto sapere) le condizioni in cui vivevano le due donne – a dare l’allarme. E’ stato lui a chiamare i carabinieri invitandoli a controllare: «sono preoccupato, non vedo la madre da alcuni giorni e la figli a non sta bene con la testa». Aveva ragione. Lui.Quello che hanno scoperto i carabinieri è questo: due donne sole in una casa fatiscente, senza energia elettrica, senza cibo (come hanno verificato i militari) e con l’appartamento allagato a causa di una perdita da un tubo della cucina.
E se ad uccidere l’anziana donna fossero stati proprio la fame e il caldo? Quanti e chi, se così fosse, dovrebbero battersi il petto?
Eppure, i segnali c’erano. Da tempo. Risale a gennaio scorso il post Facebook lasciato dall’attivista Arcangelo Durante sotto la foto della figlia malata, ferma a piedi scalzi e con addosso solo un lenzuolo bianco: «Ma è possibile che nessuno delle autorità o istituzioni intervenga e prenda visione del grave disagio in cui versa questa signora?», chiedeva Durante in una fredda giornata di febbraio.Ieri la risposta: no, evidentemente a nessuno è interessato quel disagio. Come a nessuno è interessata la sorte del povero Antonio Stano torturato dai bulli. Oggi i bulli sono gli adulti.
Nazareno Dinoi
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4 commenti
Willy G
oggi, gio 3 luglio 15:17 rispondi a Willy GOrmai l'italiano, si prodica solo per gli animali ed i clandestini... senza offesa per gli animale!
Pina
oggi, gio 3 luglio 10:10 rispondi a PinaTutto questo è veramente vergognoso, non solo l'amministrazione è cieca e sorda ma anche noi cittadini siamo insensibili davanti alla sofferenza delle persone più sfortunate di noi. Hanno portato la donna nel reparto psichiatrico dopo la disgrazia perché non prima?
Ale
oggi, gio 3 luglio 09:36 rispondi a AleEvidentemente non era nel loro compito dei servizi sociale prendersi cura delle persone con delle problematiche?allora mi chiedo qual'e' l'utilità di questo personale se non di prendersi cura delle fragilità' delle persone
Marco
oggi, gio 3 luglio 09:35 rispondi a MarcoMi meraviglio e vergogno che tante ragazze entusiaste nel frequentare i Servizi Sociali e magari anche diplomarsi e laurearsi siano assenti... Dai frutti conoscerete gli alberi. Servi malvagi voi siete