Sismografo quanto mai attivo in casa Manduria. Ore frenetiche, un susseguirsi di note stampa sui generis, prese di posizione personali e collettive, dietro front improvvisi. Insomma un guazzabuglio di eventi che, di certo, contribuisce a generare apprensione ed incertezza nei tifosi che, tradizionalmente, sono legati da un affetto quasi morboso ai colori biancoverdi. Ma andiamo per gradi.
Il primo scossone lo provoca un comunicato redatto da un accorsato studio legale che annuncia lo stop, definitivo, alle trattative afferenti l'ingresso in orbita societaria di un imprenditore di successo di origini messapiche, contattato per la prima volta qualche settimana addietro da un dirigente sportivo. A far eco a questo improvviso, e per certi versi inatteso, closing, a stretto giro di posta, giungono le dimissioni annunciate dal vice presidente Angelo Locorotondo. Disimpegno che successivamente, attraverso un commento social, lo stesso Locorotondo estende all'intero gruppo dirigenziale da egli rappresentato. A completare il quadro due stringate note apparse sulla rediviva pagina ufficiale Facebook, a firma del presidente Giuseppe Vinci, per il cui tramite il dirigente savese manifesta rammarico per l'abiura di Locorotondo e rivela l'avvio di più trattative finalizzate al consolidamento della base societaria.
A fare da corollario il malcontento e l'indifferenza, oramai non più latenti, che montano in merito a tali vicende. L'hastag più gettonato, che va assumendo le caratteristiche della viralità nell'universo tifo, è: #Libera il Manduria". Numerosissimi i post che invocano, legittimamente, trasparenza e chiarezza. Possibilmente in tempi ristretti.
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