Sotto l’effetto della droga dalla quale dipendeva, avrebbe maltrattato la moglie costringendola ad avere rapporti sessuali contro la sua volontà bloccandole i polsi così da sottostare ai suoi bisogni. Per questo un manduriano di 42 anni, M.P. le sue iniziali, è stato denunciato dalla donna che lo ha portato in tribunale con l’accusa di maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale.
Difeso dall’avvocato Alessandro Cavallo (nella foto), nel corso del dibattimento l’imputato ha negato di aver sottoposto a violenza carnale sua moglie i cui rapporti con la stessa, ha detto, erano regolari e avvenivano sempre con il suo consenso. Il manduriano ha invece ammesso i maltrattamenti che avvenivano anche alla presenza delle loro figlie minori, con minacce di morte e schiaffi, dovuti però, ha spiegato, all’effetto delle sostanze stupefacenti di cui faceva uso.
La donna, da parte sua, ribadiva tutte le accuse, anche quelle di natura sessuale confermando che in più occasioni il marito le aveva chiesto aiuto, minacciando anche di suicidarsi, per via del suo problema legato alla tossicodipendenza. Al termine del processo, la giudice del tribunale di Taranto, Tiziana Lotito, ha accolto la tesi difensiva dell’avvocato Cavallo assolvendo il 42enne dal reato di violenza sessuale “perchè il fatto non sussiste”, e condannandolo invece alla pena di due anni 2 e mezzo per il reato di maltrattamenti in famiglia.
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