
Mio zio. Padre Domenico Barilaro. Il suo nome era, all'anagrafe, Pietro Maria, ma lo cambiò in Domenico, abbracciando l'ordine dei domenicani. Uno dei tre fratelli Barilaro che divennero monaci.
Il suo cane Tabù che lo seguiva ovunque. Mio zio aveva sempre un cane con se, come nelle immagini di San Domenico. Carattere non facile il suo. Caparbio e forte, ma intelligente e acuto. Amante dello studio e di una religiosità d'altri tempi. Si scontrava spesso con mio padre, stesso carattere. Ma per me aveva sempre una carezza e quel suo modo dolce di chiamarmi "Natuzza".
A volte penso di aver ereditato da lui il mio carattere spigoloso, la mia testa dura, il mio senso di solitudine come "ricerca e indipendenza"... mi piacerebbe tanto avere un po' anche della sua intelligenza, ma temo che quel pezzetto di Dna, non mi sia stato trasmesso.
Sicuramente mi ha trasmesso l'amore per i cani. Il suo corpo insieme a quello di mio zio Padre Antonino, è stato traslato nel convento dei domenicani a Soriano, per volontà dei confratelli e della popolazione. È giusto così, perché molto contribuì alla ricostruzione materiale, culturale e spirituale di quel convento. Lui credeva nella continuità della vita dopo la morte. Chissà se ha anche, in ciò che per lui era "paradiso", un cane che lo segua ovunque e che, di questo ne sono certa, lui avrà chiamato Tabù?
Fortunata Barilaro
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