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Pali telefonici dismessi, un pericolo per l'ambiente da smaltire

Pali telefonici dismessi, un pericolo per l Pali telefonici dismessi, un pericolo per l'ambiente da smaltire | © n.c.Sarebbe interessante sapere se, i Sindaci della provincia di Taranto, abbiano mai pensato di “censire” il numero dei pali in legno delle reti di distribuzione del servizio telefonico. Se ciò ancora non è stato fatto, mi permetto di suggerire loro, di programmare senza esitare ulteriormente, un “censimento” che  quantifichi il numero dei pali ritenuti altamente tossici. I vecchi pali telefonici realizzati in legno, sono impregnati con preservante di olio di creosoto o con sali di arsenico, cromo e rame, sono costituiti da materiale considerato altamente pericoloso per il rischio dovuto all’esalazione di gas estremamente tossico derivante dall’eventuale combustione del legno (che spesso avviene nelle campagne durante la bruciatura delle stoppie e delle erbacce). Inoltre, la sostanza contenuta, il creosoto, oltre ad essere altamente cancerogena è, altresì pericolosa per la salute anche solo tramite il contatto con la pelle o attraverso l’inalazione dei gas sprigionati a seguito dell’aumento della temperatura oltre i 20 gradi. La Commissione Europea con la Direttiva 2001/90/CE del 26 ottobre 2001, ha bandito la vendita ai consumatori del preparato noto come “creosoto” utilizzato come preservante del legno essendo stata rilevata la presenza di sostanze nocive, potenzialmente cancerogene presenti nell’olio di catrame il quale rimarrebbe per molti anni nel legno. Il D.M. Ambiente del 5 aprile 2006 n. 186 (entrato in vigore il 19 maggio 2006) ha vietato il “riutilizzo” delle traversine ferroviarie e dei pali dismessi delle reti telefoniche stabilendo che gli eventuali trasgressori oltre ad essere perseguibili penalmente, andrebbero incontro a pesanti sanzioni. Il mio interessamento a questa “problematica ambientale è scaturito in seguito ad un episodio verificatosi il 9 marzo u.s. quando, nella zona balneare denominata “acqua dolce” e, più precisamente nella Via Delle Mimose, a causa della caduta di un palo (fortunatamente a distanza di sicurezza da alcuni operai presenti sul posto) dovettero intervenire i Vigili del Fuoco di Manduria per la sua rimozione. Alcuni giorni dopo essere venuto a conoscenza dell’episodio, percorrendo il tratto stradale della litoranea che da Torre Ovo porta a Campomarino, mi sono soffermato nei pressi di quello che un tempo era stato un rigoglioso polmone di verde (conosciuto come “boschetto”) ora purtroppo versa nel più totale stato di abbandono e di degrado ambientale. Su alcune dune del “boschetto” prospiciente il mare, nelle strade adiacenti e lungo tutta la litoranea che da Torre Ovo porta a Campomarino, sono visibili centinaia di vecchi pali erosi dal sole e dalle intemperie, molti dei quali pericolosamente inclinati, con i cavi allentati quasi a toccare la sabbia o le abitazioni vicine. La litoranea soprattutto nel periodo estivo viene sottoposta ad  intenso traffico veicolare e, i malandati pali telefonici rappresentano  un serio pericolo per gli automobilisti in  transito, ma anche per i villeggianti che si riversano nelle zone balneari sopra citate. Ma i pali telefonici non li troviamo solo sulla litoranea ma anche nelle periferie e nelle campagne di Sava, Manduria, Maruggio e Torricella, dove sinora mi sono recato. Non è accettabile che una società importante come la Telecom Italia debba anteporre i “profitti” alla tutela della salute e della sicurezza dei cittadini. E’ perciò è indispensabile che insieme a tutte le Autorità preposte si inizi a tracciare un programma di bonifica graduale (come hanno già fatto le Ferrovie dello Stato con le traversine in legno) indirizzato a sostituire i pali impregnati dei preservanti con altri di nuova generazione che garantiscano la sicurezza e la tutela della salute pubblica. Mimmo Carrieri

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4 commenti

  • Giovanni Sabatino
    ven 10 settembre 2021 10:28 rispondi a Giovanni Sabatino

    cerco vecchi pali usati di linee telefoniche, da riutilizzare come telaio per tettoia ...

  • stefano p
    dom 29 ottobre 2017 11:13 rispondi a stefano p

    La soluzione è riparare, non interrare o dismettere come fanno alcuni comuni. Queste "perle" degli anni 80 90 chissà quante chiamate avranno trasportato, e quante ne trasporteranno ancora per gente come me che il fisso non lo toglie :-) Ho 16anni e ho una passione forte verso queste tecnologie telefoniche anni 80 (in casa ho anche l'immancabile bigrigio in funzione su linea rtg tradizionale, odio il voip), adoro vederle ancora in funzione, spero un giorno accada qualcosa che per un bel po di anni non funzionino più le reti cellulari, cosí si ritornerá in parte a vivere come negli anni 80, a fisso di casa e cabine telefoniche, che bella sensazione che proverei...

  • PaoloB
    mer 16 marzo 2011 01:24 rispondi a PaoloB

    Complimenti al giornalista per questo ottimo articolo ben documentato e incisivo. Di giornalisti cosi' ce ne vorrebbero di piu' anche nei giornali nazionali.

  • giovanni. v.
    mar 15 marzo 2011 05:34 rispondi a giovanni. v.

    La cosa veramente grave! Occorrerebbe fare una energica denuncia all'ente interessato che ormai appalta tali lavori a terzi. Nei contratti di appalto, con molta probabilit, previsto, a carico della ditta delegata, l'onere della rimozione e smaltimanto dei pali, ma ormai come sovente avviene, tale ente non provvede a fare i doverosi controlli della corretta esecuzione dei lavori e del rispetto delle clausole contrattuali.

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