
MANDURIA - Una donna incinta all’ottavo mese e suo figlio di quattro anni, di Manduria, sono finiti in ospedale dopo aver bevuto un succo di frutta scaduto tre mesi prima che era stato appena acquistato in un grosso discount della città messapica. E’ successo giovedì scorso 2 giugno, ma la notizia si è appresa ieri. Il bambino e la sua mamma sono stati dichiarati fuori pericolo e anche il feto non avrebbe avuto conseguenze, ma ad interessarsi del fatto è ora la Procura della Repubblica di Taranto che ha aperto un’inchiesta affidata ai carabinieri della stazione di Manduria i quali hanno già prelevato dal supermercato un campione del prodotto da fare analizzare.
Una giornata di festa finita male dalle conseguenze ancora incerte per la giovane famiglia manduriana, una coppia di professionisti con un figlio e un altro in arrivo. Il programma prevedeva una gita al mare. Prima di mettersi in macchina, la donna ha aperto la confezione di succo di frutto comprato quella stessa mattina e lo ha versato nei bicchieri, uno per lei e l’altro per suo figlio. Dopo il primo sorso i due hanno avvertito un sapore strano rinunciando alla bevanda. D’istinto la signora ha preso il brik e quando ha trovato ciò che cercava, ha chiamato allarmata il marito: il prodotto era abbondantemente scaduto. Intenzionati a far valere i propri diritti riportando la confezione dove l’avevano acquistata (non senza un giusto rimprovero al responsabile dell’esercizio), la coppia ha dovuto deviare il percorso perché sia la donna che il bambino hanno cominciato ad accusare sensazioni di vomito e dolori allo stomaco.
La preoccupazione maggiore era naturalmente indirizzata al bambino e al nascituro, così il capofamiglia che non aveva assaggiato il succo, ha diretto la macchina verso l’ospedale Marianna Giannuzzi di Manduria. Qui i sanitari hanno sottoposto alle visite del caso i due pazienti giudicandoli quasi subito fuori pericolo anche se i disturbi sono continuati sino alla terapia consigliata. Entrambi sono stati dimessi dopo un paio d’ore con una prognosi di cinque giorni ciascuno salvo complicazioni. Assicuratosi dello scampato pericolo, il marito della signora si è poi recato ai carabinieri portando con sé il succo di frutta scaduto. I militari della stazione al comando del maresciallo Elio Enrico hanno raccolto la denuncia trasmettendola al magistrato di turno che, considerata l’urgenza, ha disposto il ritiro di un’altra confezione dal punto di vendita indicato dalla coppia. I carabinieri hanno così prelevato dagli scaffali il prodotto della stessa marca il cui contenuto sarà analizzato per valutare le sue proprietà e soprattutto la sua salubrità. Al momento non ci sarebbero indagati, è certo invece l’avvio di un procedimento di natura amministrativa nei confronti del supermercato.
Nazareno Dinoi
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1 commento
TD
dom 5 giugno 2016 05:20 rispondi a TD<Ancora una volta! perche' in questi casi, cosi drastici per la salvaguardia, della salute del cittadino, nei confronti di chi usa, menefreghismo e superficialita'? non fate il nome del super mercato, e di quel' irresponsabile del gestore? Questo! Per evitare che altri cittadini, possano correre lo stesso pericolo.