Lunedì, 14 Luglio 2025

Storie d'imprese

Tutto ciò che devi sapere sull’IMU e l’importanza della visura catastale

Imu Imu

Per i proprietari di immobili italiani, una tassa, più d’altre, non è particolarmente ben vista: l’IMU. Acronimo di “Imposta Municipale Propria”, è entrata in vigore nell’ormai lontano 2011, andando a sostituire, di fatto, l’ICI (Imposta Comunale sugli Immobili), che era stata introdotta nel nostro ordinamento nel 1992.

 

L’importanza dell’IMU è, ormai, un dato di fatto assodato. Ed è per questo motivo che è estremamente utile comprendere come si calcola e quali sono i dati utili per evitare di incorrere in errori e sanzioni. Nel prosieguo dell’articolo andremo ad analizzare gli aspetti legati all’IMU, ponendo particolare attenzione all’importanza della visura catastale per IMU, elemento fondamentale per determinare l’ammontare effettivo di questa tassa.

 

Cos’è l’IMU e i dati necessari per stabilire l’esatto importo

 

L’IMU è una tassa che colpisce tutti gli immobili ad eccezione della “prima casa”. Anche l’abitazione principale, tuttavia, potrebbe rientrare nel perimetro di applicazione della tassa, come nei casi in cui, ad esempio, essa rientri nelle categorie catastali di lusso (A/1, A/8 e A/9),

 

Scendendo maggiormente nel dettaglio, l’obbligo del pagamento dell’Imposta Municipale Propria ricade sui proprietari di immobili diversi dall’abitazione principale, sui titolari di diritti reali (ad esempio, usufrutto o diritto d’uso) e i concessionari di aree demaniali. Questi soggetti, quindi, devono aver ben presente quali siano i dati da dover disporre per procedere al pagamento di questa imposta.

 

Per il calcolo dell’IMU è fondamentale essere a conoscenza del valore della rendita catastale, che corrisponde a un valore attribuito dal catasto all’immobile, nonché dei coefficienti di rivalutazione, ovvero dei moltiplicatori stabiliti dalla legge che permettono di determinare la base imponibile.

 

E’ necessario, poi, essere a conoscenza dell’esatto importo dell’aliquota comunale, che viene stabilita autonomamente da ogni comune e può variare in base alla tipologia di immobile e alla politica fiscale locale. Gli ultimi due dati da dover disporre per procedere al calcolo dell’IMU sono il periodo di possesso (che tengono conto del periodo effettivo di possesso dell’immobile durante l’anno) e la quota di proprietà (se l’immobile è posseduto da più soggetti, ognuno dovrà versare la quota proporzionale di IMU).

 

L’importanza della rendita catastale: come ottenere il dato celermente

 

Tra tutti i dati poc’anzi citati, uno, più d’altri, è di fondamentale importanza: la rendita catastale. Per reperire questo dato, la via più celere è ottenere la visura catastale dell’immobile. Questo documento contiene tutte le informazioni relative all’immobile, inclusa la rendita catastale, la categoria catastale e i dati identificativi.

 

A differenza di un tempo, quando era indispensabile recarsi negli uffici pubblici destinati a tale scopo, è possibile reperire la visura catastale per l’IMU in pochi e semplici click, in modo celere, rapido e sicuro, utilizzando servizi specializzati che consentono di non doversi recare obbligatoriamente al catasto.

 

Una volta ottenuto questo prezioso documento, per il calcolo dell’IMU è necessario seguire alcuni fondamentali passaggi. Il primo consiste nella rivalutazione: la rendita catastale viene rivalutata del 5% e, successivamente, moltiplicata per il coefficiente stabilito per la categoria catastale dell’immobile.

 

E’ necessario, poi, stabilire l’esatto ammontare dell’aliquota comunale, che si ottiene moltiplicando la rivalutazione della rendita catastale per l’aliquota stabilita dal comune. L’ultimo passaggio per il calcolo dell’IMU deve tener conto del periodo di possesso e della quota di proprietà: l’ammontare complessivo dell’importo da dover corrispondere all’erario, infatti, si baserà su questi due essenziali elementi.

 

Un’altra domanda cruciale che si pongono i contribuenti è: “quando si paga l’IMU?”. Il pagamento di questa tassa avviene in due rate: acconto entro il 16 giugno; saldo entro il 16 dicembre. E’ possibile, tuttavia, pagare l’intero ammontare in un’unica soluzione già il 16 giugno. Qualora si commetta un errore nel calcolo o si ometta il pagamento, si può regolarizzare la propria posizione mediante il ravvedimento operoso, che consente di sanare la situazione versando sanzioni e interessi ridotti in base al ritardo accumulato.

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