
Il comune di Porto Cesareo ha intitolato un parco giochi ai coniugi Luigi Ferrari e Antonella Parente, assassinati nella loro casa, la notte tra il 23 e il 24 giugno del 2014 dall’avetranese Vincenzo Tarantino. La cerimonia si è tenuta ieri in occasione della celebrazione dei 50 anni dell’autonomia di Porto Cesareo. La coppia di anziani trucidati nella loro casa sono stati ricordati nel parco giochi in Piazza Alcide De Gasperi (in zona Pro Loco), alla presenza dei nipoti. L’omicidio dei due coniugi rappresentata uno dei fatti di sangue più cruenti avvenuti negli ultimi anni in Salento. L’assassino che uccise i due a scopo di rapina, (l’arma utilizzata era un “piede di porco”), per circa diecimila euro conservati dai coniugi nella cassetta di sicurezza, è stato condannato all’ergastolo per rapina e duplice omicidio volontario aggravato dalla crudeltà.
Nel dibattimento il pubblico ministero Giuseppe Capoccia ricostruì l’orrido delitto. Nella sua requisitoria il sostituto procuratore Ammise di non avere mai assisto, nella sua attività di pubblico ministero, ad una scena tanto cruenta come quella che gli si presentò quella notte a casa dei coniugi brutalmente assassinati. Vi era sangue dappertutto, dichiarò, a riprova dell'efferatezza con cui si era consumato l'omicidio. La cassaforte scardinata dall'abitazione fu poi ritrovata in una cava di proprietà ad Avetrana.
Un'altra prova di grande rilevanza furono le tracce ematiche rilevate su una banconota da 100 euro ritrovata tra i contanti di un distributore di benzina di Avetrana dove l’omicida aveva pagato un panino poco dopo il delitto. Inoltre, nel bed and breakfast, dove Tarantino aveva trascorso la notte successiva all’omicidio, furono trovate delle lenzuola sporche di sangue e tracce ematiche nel lavandino. Vi sarebbero poi le intercettazioni. Nel corso di una conversazione in carcere con il fratello, Vincenzo Tarantino gli avrebbe chiesto di recuperare la cassaforte dal luogo indicato. Infine, a carico dell’indiziato, un'altra intercettazione tra lo stesso Tarantino ed un uomo che era stato inizialmente sospettato e convocato presso la caserma dei carabinieri, assieme a lui: «Che hai combinato, rischi 30 anni», disse l’interlocutore all’omicida.
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