Dopo l’attivismo politico in diversi movimenti e partiti e una breve esperienza assessorile (è stato vice del sindaco Paolo Tommasino), il manduriano Nicola Muscogiuri torna a far parlare di sé le pagine dei quotidiani nazionali. Ieri Repubblica ha pubblicato un’inchiesta sulle università private telematiche che fanno affari con diplomi di “laurea sprint” e tra le ultime nate ha citato proprio la svizzera «Unicampus Hetg», una Srl con segreteria operativa a Manduria dove vive e risiede il segretario Giuseppe Dimitri, 43 anni, laureato a Lugano, e anche il presidente e pro rettore, “professor Nicola Muscogiuri”, ideatore della struttura, già vicesindaco in quota Forza Manduria, vicino alla Lega di Salvini, commissario dell’associazione Noi Centro. In qualità di avvocato, nel 2014 Muscogiuri si è sospeso dal Foro di Milano.
« Nella città della Svizzera francese – fa sapere Repubblica -, la società di formazione universitaria – iscritta al registro di commercio cantonale con 20.000 euro di capitale sociale – non possiede alcuna struttura, né uffici, né dipendenti; è composta da tre soci italiani residenti a Manduria, a Roma e a Borgo a Mozzano nella Lucchesia e uno domiciliato a Lugano. La sede di Unicampus Hetg è a Ginevra, questo dal settembre 2023, ed è stata insediata in uno studio legale svizzero diretto da avvocati italiani».
Dal quotidiano si scopre inoltre che le sessioni di laurea del prorettore Muscogiuri si svolgono a Roma, nella sede dell'Associazione Maestri Cattolici, storica istituzione magistrale che, questa sì, è accreditata dal ministero dell’Istruzione e del Merito per i suoi corsi informatici. E’ un appoggio necessario per una società senza permessi in Italia.
A rovinare i piani della nuova impresa dell’ex avvocato manduriano, è ora la concorrenza che ha presentato due esposti al Ministaro dell’Istruzionee Università per l’uso improprio del suffisso “Uni”. Perché, di fatto, l’impresa di Muscogiuri non è una Università.
Si legge nell’esposto: “A tutti gli effetti, la società Unicampus Hetg rientra fra gli istituti che operano sul territorio italiano senza essere riconosciuto e senza alcuna autorizzazione. Peraltro, non è accreditato neppure in Svizzera e usa l'acronimo ‘uni’ violando la legge federale”.
Il rettore della Unicampus Hetg con sede operativa a Manduria, fa sapere sempre Repubblica nella lunga inchiesta firmata dal giornalista Corrado Zunino, è «Antonino Galloni, 71 anni, un lungo curriculum pubblico e accademico nel nostro Paese, nelle ultime stagioni autore di libri di contro-economia: “Come è stata svenduta l’Italia”, edizioni Byoblu, casa editrice e tv di matrice no vax. Poi, “Misteri dell’euro, misfatti dell’Italia” ed “Eurocidio».
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3 commenti
Rori Bruni
sab 2 novembre 16:08 rispondi a Rori BruniLaurea NON UTILIZZABILE nella C.E.E. Pezzo di carta igienica ruvida che non fa scalpore (tranne a coloro che devono pensare solo il peggio) e che se utilizzata impropriamente rischia di fare male fisicamente e giuridicamente al "laureato svizzero"
Lorenzo Libertà per la Marina
mer 2 ottobre 08:44 rispondi a Lorenzo Libertà per la MarinaAlcuni italiani ( almeno il 50%) hanno una predisposizione naturale ad ottenere cose, permessi, patenti, diplomi, lauree e soldi, senza faticare e/o rispettare le file o le leggi. Automaticamente esistono personaggi ricchi " d'ingegno" che, essendo loro stessi italici, nutrono le invidie e le volontà di questi italiani furbi ma senza " giudizio". Il problema è ancora più grave quando i lauteati tarocchi o i patentati fasulli ce li troviamo nelle Istruzioni o a guidare sulle strade. Tra 10 anni quando la laurea l' avranno anche i ladri di auto, gli avvocati ( sempre più numerosi) stileranno parcelle ai loro clienti in funzione del titolo di studio " acquisito". Più alto il titolo, più alta la parcella, fino ad arrivare agli avvocati stessi obbligati a difendere in ogni dove, avvocati " freschi" di laurea. 😜 Opinioni ironiche... forse
Vincenzo
mer 2 ottobre 08:01 rispondi a VincenzoLa corsa al titolo di studio, all'agognata laurea è cosa fattibile. E' sufficiente comprarla. Peccato che dopo aver sborsato un sacco di soldi, senza merito alcuno, ci si ritrova tra le mani un pezzo di carta, senza alcun valore legale, col rischio di incorrere nel reato di usurpazione di titoli, qualora si cercasse di utilizzarlo. Occorre fare molta attenzione, di venditori di lusinghe e di fumo, in cerca del boccalone di turno, il mondo ne è pieno.