
C’è tutta la soddisfazione per un reintegro e insieme l’amarezza che si debba ancora una volta passare dai tribunali per vedere affermato in certi ambienti di lavoro, i diritti di lavoratrici e donne anche se in gravidanza.
E’ il primo commento di Tiziana Ronsisvalle, segretaria della FP CGIL di Taranto, dopo la sentenza che solo pochi giorni fa il Tribunale di Taranto, sezione lavoro, ha emesso, a seguito di un ricorso patrocinato dall’avv. Luca Bosco in favore di una giovane donna rimasta esclusa da un cambio d’appalto al terzo mese di gravidanza.
La lavoratrice si chiama Ilaria e per anni ha lavorato per la cooperativa Panacea che nell’ambito di Manduria si occupava di assistenza integrata domiciliare a persone non autosufficienti.
Ilaria a gennaio 2020, proprio mentre si discuteva di un contratto ponte che avrebbe assicurato la continuità del servizio per gli assistiti e il proseguio delle attività lavorative per i dipendenti della cooperativa, riceveva una lettera di licenziamento malgrado la sua condizione di donna in attesa avrebbe dovuto metterla al riparo da queste brutte sorprese.
Il giudice Lorenzo De Napoli è stato costretto nella sua sentenza a richiamare non solo le norme sulla clausola sociale previste per il settore, ma anche i fondamentali del diritto del lavoro che dispongono il divieto di licenziamento per le donne in gravidanza.
Ilaria tornerà a lavoro dopo aver subito una ingiustizia nel periodo forse più delicato della vita di una donna – continua la Ronsisvalle – ma la storia di questa giovane lavoratrice dice anche quanta strada ci sia ancora da fare per affermare l’ovvio, il sacrosanto, il giusto, specie in settori come quelli del terzo settore che ancora si basano su contratti precari, lavoro saltuario e diritti negati, e in cui le stazioni appaltanti non possono più girare lo sguardo dall’altra parte.
Ilaria tornerà a lavoro e a contatto con i suoi assisti a partire dalla prossima settimana, e potrà raccontare alla sua piccola Alice, nata nel giugno del 2020, che nessuna donna può esser trattata così.
Vuoi commentare la notizia? Scorri la pagina giù per lasciare un tuo commento.
© Tutto il materiale pubblicato all’interno del sito www.lavocdimanduria.it è da intendersi protetto da copyright. E’ vietata la copia anche parziale senza autorizzazione.
4 commenti
Walter
ven 23 aprile 2021 07:54 rispondi a WalterIl Commento dell'azienda? Tutto tace?
Alberto Altamura
ven 23 aprile 2021 05:25 rispondi a Alberto AltamuraPenso che la posizione dell' amico Enzo Caprino sia piuttosto drastica, perché i Comuni da soli non ce la fanno a far fronte a determinati servizi, specie in campo socio-sanitario. Oggi come oggi le problematiche si sono complicate e c' è bisogno di professionalità qualificate. Di qui la necessità di ricorrere alle cooperative che, beninteso, devono offrire il loro servizio in maniera seria e responsabile.
Mimmo sammarco
ven 23 aprile 2021 04:10 rispondi a Mimmo sammarcoLe donne giustamente hanno il diritto di procreare senza perdere il lavoro ma la legge dovrebbe aiutare di più le aziende perché non possono pagare due persone per il lavoro di una..
Enzo Caprino
gio 22 aprile 2021 10:23 rispondi a Enzo CaprinoDi solito queste cooperative lavorano con fondi pubblici. Bisognerebbe non invitarle più alle gare