Un manduriano di 48 anni che era stato accusato di stalking è stato assolto dopo otto anni di processo. Era stato denunciato con l’accusa di aver perseguitato ossessivamente la donna che aveva amato. L’incubo per il manduriano che all’epoca aveva quarant’anni, è finito ieri con l’assoluzione con la formula piena «perché il fatto non sussiste». Tutta una presunta macchinazione contro di lui, insomma, smascherata e portata alla luce da una complessa indagine difensiva condotta dal suo avvocato difensore, Cosimo Micera del foro di Taranto che tassello dopo tassello è riuscito a sgretolare l’impianto accusatorio nei confronti del suo assistito.
La strada in salita per il quarantottenne di Manduria è iniziata nel 2013 quando la sua ex che vive in un comune della provincia di Taranto, sposata con figli, decide di querelarlo per atti persecutori. Uno choc per l’uomo che, secondo quanto ha dichiarato in sua difesa, aveva sofferto per la fine di quella storia su cui aveva fatto programmi, interrotta bruscamente nel momento in cui aveva scoperto che lei era sposata. Una delusione, ha raccontato ai giudici, per il fallimento di quello che gli era sembrato essere un amore vero e corrisposto tanto da creare su Facebook un profilo condiviso con il suo nome e quello di lei. Ma è stato questo suo azzardo social e pubblico a creargli guai perché lei - secondo il presunto stalker vedendosi abbandonata -, si presenta nella caserma dei carabinieri del suo paese con la stampa di quel profilo Facebook di coppia denunciando l’appropriazione indebita della sua foto rubata dalla sua pagina personale e utilizzata a sua insaputa dal manduriano.
Oltre alla foto e al nome, nella stessa querela la donna lamenta la presenza di altre immagini e frasi inneggianti un amore inesistente. La denuncia viene depositata dai carabinieri alla Procura della Repubblica di Taranto che indaga l’uomo per molestie e minacce mediante continui messaggi telefonici, chiamate anche notturne e pedinamenti. Singolare poi, per l'accusa, la presunta costruzione di un rapporto amoroso esistente solo nelle fantasia di lui documentato sulle pagine del social network dove erano state pubblicate foto dei luoghi frequentati dalla coppia con frasi inequivocabili di ciò che di intimo era avvenuto tra i due. Un altro episodio ancora più azzardato da parte dell’amante che in una occasione aveva lasciato una scritta con frasi d’amore sull’asfalto davanti alla casa della donna.
Per tutto questo la denunciante lamentava un persistente stato di ansia con la perdita della serenità personale e del suo nucleo familiare. Tutte accuse che l’imputato aveva sempre smentito dichiarandosi invece a sua volta vittima di tutto e ammettendo la creazione del profilo Facebook quale gesto di vero amore.
Nel corso dell’istruttoria sono emerse numerose contraddizioni nella versione della donna che in più occasioni è stata messa in difficoltà dal difensore. Sino all’assoluzione con la formula piena emessa dalla giudice del Tribunale di Taranto, Tiziana Lotito, che si è riservata di rendere note le motivazioni. La pubblica accusa aveva invece chiesto la condanna dell’imputato che per ora può tirare un sospiro di sollievo.
Nazareno Dinoi
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1 commento
Marco Mazza Santomartino
mer 5 maggio 2021 11:02 rispondi a Marco Mazza SantomartinoBravo Mimmo. Almeno questo pover'uomo ,già fregato dal cuore, ha avuto giustizia. E un in bocca al lupo al manduriano preso in giro,che possa trovare una brava persona sul suo cammino.