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MANDURIA - La poca sorveglianza e lo sconsiderato uso dei droni che spaventano i volativi, stanno allontanando la fauna selvatica nell’area protetta della Salina. E’ quanto segnala un assiduo frequentatore della zona, Antonio Fazzi, che ha documentato fotograficamente la situazione. «Solo cinque fenicotteri, dobbiamo ringraziare i drone? Speriamo di no», scrive il frequentatore nel suo commento che è diventato virale provocando l’alzata di scudi degli ambientalisti. L’allarme è reale. Fino a dieci giorni prima, infatti, erano presenti diverse centinaia di fenicotteri che tranquillamente sostavano nelle acque della salina dei monaci di Torre Colimena. Nel dibattito aperto si è subito puntato il dito sul fastidioso rumore di un drone che qualche giorno prima il fotografo salentino, Emiliano Peluso, ha lasciato volare a bassa quota terrorizzando i volatili così come si può vedere dal filmato intitolato “La vie en rose del #Salento” pubblicato sulla pagina Facebook di Salentoweb.tv. Si è così scatenata l’ira nel social. L’intera area, si fa notare nel dibattito, è protetta ed è diretta da Alessandro Mariggiò che viene invitato pubblicamente dall’ambientalista Nicolò Giangrande «ad avviare delle indagini per capire se l’attuale assenza dei fenicotteri rosa sia causata dai droni impiegati per scattare foto e girare video». Gli fa eco anche Mimmo Fontana che si chiede se sia «possibile che non si possa mettere una vigilanza fissa dentro la salina? Il problema droni dura da troppo tempo». E’ molto duro in proposito il geologo Mario Del Prete: «è una vergogna, si facciano le indagini», scrive.
Da diversi anni la zona è tappa fissa di numerose specie di uccelli migratori: germani reali, stormi, gru, cigni oche selvatiche e numerosissimi fenicotteri rosa che regalano scenari meravigliosi visti solo in tv nei documentari o all’interno di zoo. Uno spettacolo che attira curiosi, turisti e appassionati di biologia e fauna. Ma anche fotoamatori, più o meno professionisti che non si fanno scrupolo nell’impiegare il temuto obiettivo volante. L’autore del video «sotto processo» non è il primo a violare l’area protetta con un drone mettendo in fuga gli animali che popolano la zona. A giugno, addirittura, sono stati sorpresi dei turisti che facevano il bagno nelle acque of-limit della salina. «Sulle riserve naturali vige un divieto di sorvolo a bassa quota, con qualsiasi tipo di velivolo. «Tale divieto di sorvolo – fa sapere Francesco Paolo Ballirano, consulente legale di DroneZine, la prima rivista italiana sui droni - è prescritto dalla normativa nazionale e dalle varie leggi regionali o provinciali ed infine dai regolamenti degli enti che gestiscono tali aree». E’ evidente che l’esortazione al senso di civiltà e rispetto lanciato sui social non è sufficiente, occorre intensificare la sorveglianza palesemente inadeguata come forse lo è anche la cartellonistica sulle norme da seguire all’interno. Se è pur vero che a vigilare sulle riserve naturali siamo tutti invitati, è altrettanto importante dimostrare che gli episodi gravi segnalati vengano anche sanzionati secondo le norme vigenti scoraggiando future bravate che possono causare danni irreparabili alla flora e la fauna della riserva.
Katja Zaccheo
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