Una situazione ancora tutta da chiarire quella riguardante il progetto di riqualificazione dell’area del fiume Chidro. Un progetto finanziato dalla Regione Puglia con 1,3 milioni di euro, che salterà se il Consorzio Unico di Bonifica Centro Sud (ex Arneo) entro venerdì non sottoscriverà la cessione dell’area e non autorizzerà l’abbattimento del rudere in cemento armato.
Questo in sintesi è quanto emerso ieri nell’incontro tenutosi dinanzi a ciò che rimane del dissalatore costato oltre 40 anni fa 250 miliardi di lire e mai entrato in funzione, al quale hanno partecipato, il commissario Francesco Ferraro e tecnici dell’ex Arneo e il sindaco di Manduria Gregorio Pecoraro. A conferma di quello che si può definire un “ultimatum”, c’è la relazione che i tecnici del Consorzio, sollecitati dal commissario dello stesso dottor Ferraro, dovranno esibire entro venerdì 13 settembre. Da sottolineare che, qualora il Consorzio di Bonifica non dovesse concedere il nulla osta alla concessione del sito, si innescherebbe automaticamente un contenzioso, in quanto, il comune di Manduria chiederebbe a tale ente i danni, sia per quanto attiene al rimborso delle somme spese per la redazione e presentazione del progetto, sia per il persistente guasto ambientale costituito dal fatiscente immobile nel bel mezzo dell’area protetta; fermi restando, inoltre, sulle responsabilità civili e penali riferite alla sicurezza dei luoghi in quanto persiste pericolo per la pubblica incolumità. Per concludere, bisognerà attendere venerdì per conoscere l’esito di una vicenda che si trascina stancamente da oltre 6 anni.
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7 commenti
Gregorio
gio 12 settembre 08:00 rispondi a GregorioSe abbattono ECOMOSTRO… sicuramente l’ARNEO s’inventerà una ennesima nuova TASSA !!!
CRICORIU
mer 11 settembre 16:29 rispondi a CRICORIUEd il cittadino inerme continua a pagare questa entita' fantasma denominata "Consorzio bonifica sud " al secolo Arneo...Questi "signori" mandano tutte le cartelle in agenzia di riscossione cosi da garantirsi una vita dignitosa a loro ed ai loro proseliti senza peraltro fare nulla per migliorare il territorio. Ed ovviamente di lavori di bonifica neanche l'ombra piu' lontana... La soluzione piu' intelligente e nondimeno piu' logica sarebbe l'abbattimento del rudere con relativa riqualificazione dell'intera area ormai ridotta malissimo....ps di ecomostro ne hanno costruito uno a poche centinaia di metri.... na cosa bona mai?
Lorenzo Libertà per la Marina
mer 11 settembre 13:55 rispondi a Lorenzo Libertà per la MarinaLa furbizia di certi anziani ancora in politica (perché altrimenti a casa l'avrebbero i pavimenti 😜) ha raggiunto livelli di pigliata per i fondelli stratosferici. Prima viene la salvaguardia ambientale e poi il parere dei consorzi finti. Il bacino del Chidro è di fatto un Sic e il sedime dei confini sono al di sopra di qualsiasi manufatto all' interno DELL' AREA PROTETTA. Tutto il resto sono chiacchere e demagogia. Poi se l'area la tuteli a caz... di cane e non metti cartellonistica, divieti ed esegui gli espropri per ampliarla, anzi concedi autorizzazioni ad attività non attinenti al motivo per cui l' area dicasi protetta, allora capisco di come mai si continua a prendere tempo ad eseguire la demolizione di un " pacco" anni 80'.Opinioni
antonio curri
mar 10 settembre 21:15 rispondi a antonio curriARNEO CONTINUA A CIURLARE NEL MANICO! O no? Mi chiedo! Ma di quanti “PARERI” ha bisogno il Consorzio ARNEO (ora …del SUD) per dare l’OK al progetto di Rinatulralizzazione del “CHIDRO”? A Dicembre aveva chiesto e ricevuto il parere Legale? Riporto lo stralcio della Delibera n.405/del 20.12.2023 “Con nota prot. n.17305 del 3 .11.2023 delle Riserve Naturali Regionali Orientate del Litorale Tarantino Orientale, il Comune di Manduria, in qualità di Ente gestore, facendo seguito alla pregressa corrispondenza relativa all'oggetto, trasmetteva a questo Consorzio1 per gli opportuni adempimenti e verifiche, la bozza del contratto di cessione del diritto di superficie propedeutico all'avvio della procedura di gara ad evidenza pubblica per la esecuzione dei lavori di rinaturalizzazione dell'area del Fiume "Chidro" e realizzazione centro logistico-operativo delle Riserve Naturali R.O. del litorale ta
domenico
mar 10 settembre 17:07 rispondi a domenicoA parte ogni considerazione, l'uso delle acque del chidro a fini irrigui sarebbe una scelta costosa e di lungo periodo che non se ne vedrebbe la fine. Due punti essenziali riguardano l'alto tasso di salinità delle acque pari al doppio del fiume tara che, di suo, rappresenterà un grosso problema per la quantità dei sali residui in mare, fiuguriamoci quelli del chidro. Inoltre i residui non organici, (nitriti), che si sono accumulati nella falda profonda a causa della scarsa piovosità secolare a nord della sorgente chidro, rappresentano un rischio ambientale difficile da valutare. Poi sarebbe anche utile capire che fine dovrebbe fare l'acqua del depuratore in avviamento. Ma quanta acqua vorrebbero gli agricoltori? Ora industria e irrigazione hanno ridotto molto i cosumi d'acqua e cmq il chidro ha perso il 60% della portata con rischio di investimenti inutili. Non si rifacciano mostri.
giu
mar 10 settembre 12:43 rispondi a giusecondo un mio parere il sindaco non dovrebbe aspettare la risposta, dovrebbe emettere subito ordinanza di demolizione per la sicurezza dei cittadini in quanto è uno rudere fatiscente e pericoloso.
FDB
mar 10 settembre 09:53 rispondi a FDBVERGOGNA ARNEO MANGIASOLDI