
Un manduriano di 52 anni, ex avvocato, è finito sotto processo con l’accusa di circonvenzione di incapace. Secondo la Procura della Repubblica di Brindisi nel cui tribunale si tiene il processo, l’imputato avrebbe «per procurare a sé profitto, abusando dello stato di infermità psicofisica» della presunta vittima che «con subdole azioni di suggestione e persuasioni la induceva ad istituirlo erede universale di tutti i suoi beni». Quattro immobili per civile abitazione e attività commerciali, valore un milione di euro, in una zona di prestigio della città messapica dei quali l’imputato aveva già preso possesso prima del sequestro preventivo disposto dalla procura e sollecitato dall’avvocato Francesco Mancini che assiste il nipote dell’anziana donna che a sua volta rivendica al legittimità della successione di famiglia.
Dalla denuncia presentata dalla parte offesa e dalle indagini condotte dai carabinieri su delega della Procura dove l’avvocato Mancini aveva depositato la querela, l’imputato difeso dall’avvocato Franz Pesare avrebbe iniziato a frequentare la casa della signora in ragione di una vecchia conoscenza (da bambino era stato vicino della casa al mare della donna che non aveva avuto figli), riuscendo a farsi accettare come uno di famiglia. L’ex legale avrebbe accompagnato spesso la donna al cimitero oppure, quando era in casa, si metteva in disparte dagli altri parenti che la assistevano trattenendosi con lei in lunghe discussioni. Questo sino alla morte della già grave invalida perché sorda, cieca da un occhio, affetta da demenza senile, non camminava bene e aveva le mani deformate dall'artrosi e cardiopatica. Per tutto questo percepiva anche una pensione di invalidità al 100%. Dopo i funerali avvenuti nel 2019, il nipote della donna si è presentato in banca con il testamento, redatto negli anni precedenti, in cui l’anziana zia lo dichiarava unico erede, scoprendo che prima di lui era andato l’avvocato con il «suo» testamento, perfezionato nel 2017 da un avvocato, che annullava il precedente. Così è partita la denuncia.
Nel corso delle indagini si è appresa la particolarità del testamento privo di firma perché la donna non era in grado di firmare per i problemi alle mani. Così la sua volontà era stata certificata dalla presenza del notaio che nel testamento attestava l’autentica volontà della 94enne nel dichiarare l’imputato suo unico erede «anche in considerazione che lo stesso ha prestato in ogni tempo, ogni assistenza e cura – si legge nel testamento – e che io ho considerato alla stregua di un figlio, avendolo cresciuto fin da piccolo come un figlio».
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2 commenti
Maria
ven 18 aprile 11:23 rispondi a MariaChe notizie,,,dove si dice il peccato o non il peccatore. Chissà il perché, notizia da 4 soldi oppure pubblicità
Marco
ven 18 aprile 10:01 rispondi a MarcoNon credo sia un caso isolato. Il nipote era assente quando la nonna invalida aveva bisogno di compagnia e assistenza??