Sabato, 22 Febbraio 2025

Attualità

Il caso sollevato da Ferdinando Arnò

Dopo il Rosso Sinner all'insaputa del campione, il Primitivo duetta con le stars di Sanremo

La campagna pubblicitaria La campagna pubblicitaria

Dopo il «Primitivo Rosso Sinner» (all'insaputa del campione), un altro accostamento del vino manduriano a personaggi più in vista del momento si candida per riaccendere il dibattito e le polemiche sulla presunta violazione del diritto dell'immagine ad uso commerciale.

Questa volta i vip sono i cantanti in gara al festival di Sanremo e il prodotto da lanciare è ancora una volta il pregiato nettare manduriano prodotto dalla stessa cantina che aveva diffidato l'ideatore del «Rosso Sinner» a cancellare i propri codici d'imbottigliamento dalle 73 bottiglie dello scandalo.

Dalla cantina chiariscono subito: «nessun plagio, ma solo un gioco social sui duetti tra i cantanti, le loro canzoni e i nostri vini presenti a Sanremo». A segnalare il possibile indebito utilizzo dei nomi è il compositore manduriano, Ferdinando Arnò che getta ombre sulla campagna pubblicitaria della «Cantina Produttori Vini» che consiste nell'accostare alle proprie etichette il nome dei cantanti, il titolo e una frase del brano in gara all'Ariston. Così il Primitivo «Electric bee» duetta con «Achille Lauro», il rosato «Aka» duetta con Gaia e il Primitivo Memoria duetta con «I Modà».

Tutto regolare? Secondo il maestro Arnò che vive e lavora tra Manduria e Milano dove possiede uno studio di registrazione e produce musiche per campagne pubblicitarie di brand nazionali e internazionali e promuove artisti vari, quella della «Produttori Vini» sarebbe una trovata pubblicitaria goffa e ingannevole.

«Con la loro nuova trovata promozionale - scrive Arnò-, hanno accostato i loro vini ad Achille Lauro, Gaia e I Modà e le loro canzoni, creando una grafica pubblicitaria che suggerisce una collaborazione, un duetto, un legame diretto».

Ma è tutto finto, sostiene Arnò che definisce la trovata della cantina manduriana come una «fake». «Nessuna sponsorizzazione, nessuna collaborazione, un fake, la strategia del fumo negli occhi», insiste l'artista che avrebbe avuto conferma di questo dai suoi colleghi che producono i cantanti citati.

«Guardando la campagna pubblicitaria - scrive l'artista - la cosa è chiara: vogliono far credere che il loro vino sia in qualche modo legato ad Achille Lauro, Gaia e I Modà e che abbia una connessione con il mondo della musica, del pop, della ribellione giovanile. Un'operazione studiata per generare hype a livello locale, per far parlare di sé. Per impressionare unicamente i compaesani», sentenzia l'autore e arrangiatore di brani di successo che hanno partecipato al festival della canzone italiana («Come foglie» di Malika Ayane da lui diretta sul palco dell'Ariston). «Duetta con "Incoscienti Giovani", dicono. Ma Achille Lauro non c'è», insiste Arnò prendendo come riferimento il cantante tra i favoriti del podio finale.

«Un vino che vuole essere cool, ma usa una strategia da venditori di pentole come se bastasse questo a rendere un vino più buono. Usano l'intelligenza artificiale nel modo peggiore possibile - prosegue -, come un bambino che gioca con i pennarelli, senza alcuna strategia o visione».

Dalla cantina minimizzano e spiegano così il loro intento. «Chiariamo subito che non abbiamo fatto bottiglie con i nomi dei cantanti» - spiega la responsabile delle pubbliche relazioni della cantina, Anna Gennari. Che aggiunge. «Quella che gira sui social è una campagna a supporto della presenza dei nostri vini all'Extra Festival di Sanremo (l'hub delle radio Mediaset dove la Regione Puglia ha acquisto uno spazio, ndc), un gioco sui duetti tra i nomi degli artisti, le loro canzoni e le possibili affinità con i nostri vini».

Nazareno Dinoi su Quotidiano di Puglia

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1 commento

  • Vincenzo
    sab 15 febbraio 19:04 rispondi a Vincenzo

    Scopiazzare qualcosa iniziato e finito male, sta a significare che tutto si può? Invece, così non è. Mi auspico che la storica cantina, prima di accostare bottiglie della propria produzione a ai titoli e ai cantanti citati, abbia acquisito preventivamente il benestare dagli interpreti stessi, la c.d. liberatoria. Anche se non ci troviamo difronte all’utilizzo improprio dell’immagine, come nel caso Sinner, mi spiacerebbe assistere a un ennesimo caso, generato da uno stratagemma promozionale mal concepito che, con i partecipanti alla manifestazione canora in corso, ha poco a che spartire, potendo addirittura loro nuocere. Meglio sarebbe trovare strategie pubblicitarie più appropriate, per evitare situazioni incresciose.

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