Sabato, 22 Febbraio 2025

Attualità

Con il blocco per tre anni della superficie vitata

Primitivo di Manduria, in arrivo misure di contenimento

Consorzio tutela Primitivo Consorzio tutela Primitivo

I produttori del Primitivo di Manduria doc corrono ai ripari per chiudere i cancelli delle superfici vitate impedendo nuovi impianti. La mossa su cui sta lavorando il consiglio d'amministrazione del Consorzio di tutela del Primitivo di Manduria, è quello di cristallizzare lo stato delle cose e imporre un fermo di almeno tre anni, eventualmente rinnovabili, consentendo in tale periodo solo la rivendicazione della doc a chi possiede già il titolo e vuole rinnovare le piante senza aumenti di superficie. «Una misura necessaria per arginare l'iper produzione di uve e di vino che hanno invaso i mercati e abbassato i prezzi del prodotto», sostengono i due vicepresidenti del Consorzio di tutela, Roberto Erario e Salvatore Mero, espressione dei viticoltori in seno al Cda. Una necessità condivisa anche dalla presidente dell'ente consortile, l'imprenditrice Novella Pastorelli che porterà l'ordine del giorno alla prossima assemblea dei soci del 6 marzo.

La stessa necessità è sorta anche all'interno della Coldiretti provinciale di Taranto che ha discusso il problema portato all'attenzione dallo stesso Salvatore Mero nel suo triplice ruolo di vice presidente del Consorzio di tutela e di Coldiretti Taranto e di viticoltore del pregiato vitigno. Il divieto ai nuovi impianti di Primitivo doc era stato già adottato nella precedente presidenza del Consorzio con effetti positivi per il comparto e il mercato. Alla scadenza del primo triennio del fermo, era il 2021, la superficie vitata del Primitivo doc era di circa 3.900 ettari in tutto l'areale. La riproposizione del contenimento trovò l'opposizione di qualche azienda che comportò una marcia indietro, in autotutela, della Regione Puglia che doveva ratificare il provvedimento.

Si riaprirono quindi i recinti con una rincorsa ai terreni mai vista prima di allora che portò quasi a raddoppiare il numero di ettari della doc di Primitivo, passando dai 3.900 del 2021 ai 6.100 del 2022. Nel 2023 c'è stato un lieve calo che ha portato gli ettari vitati a 5.500. Il dato aggiornato degli ettari nel 2024 non è stato ancora ufficializzato ma sarà quella, se sarà approvata la misura proposta dal Cda del Consorzio, il limite oltre il quale non si potrà andare per i prossimi tre anni. Questo provvedimento riguarderà solo il vitigno Primitivo di Manduria doc compreso nell'areale che comprende i comuni di Manduria, Carosino, Monteparano, Leporano, Pulsano, Faggiano, Roccaforzata, San Giorgio Jonico, San Marzano di San Giuseppe, Fragagnano, Lizzano, Sava, Torricella, Maruggio, Avetrana, quello della frazione di Talsano e delle isole amministrative del comune di Taranto, intercluse nei territori dei comuni di Fragagnano e Lizzano. In provincia di Brindisi i territori dei comuni di Erchie, Oria e Torre S. Susanna. Altro conto è il Primitivo Igt che si produce praticamente ovunque e non solo in Puglia. Lo sorso anno un traguardo teso a calmierare il mercato delle indicazioni geografiche tipiche in Puglia è stato raggiunto con una determina dell'assessore pugliese all'agricoltura, Donato Pentassuglia, che ha uniformato la quantità di quintali di uve per ettaro portandola a 140 quintali.

Nazareno Dinoi su Quotidiano di Puglia

 

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