Si complica sempre più il caso della tomba del cimitero di Avetrana svuotata dai resti di un uomo deceduto nel 1974 e utilizzata per una nuova sepoltura all’insaputa dei parenti del legittimo inquilino. Dopo la denuncia della nipote che martedì scorso si era recata al camposanto facendo l’amara scoperta di non trovare più la dimora funeraria del nonno, a complicare la storia è il sindaco di Avetrana, Antonio Iazzi che in una nota ufficiale, affidata irritualmente a Facebook, fa sapere testualmente che «i resti del nostro concittadino defunto sono nel cimitero e a breve avrò notizie sul procedimento amministrativo nato da una concessione del 1974». Raggiunto telefonicamente poi il primo cittadino conferma che quello che restava del nonno cinquant’anni fa si trova nell’ossario comune. Senza che i parenti ne fossero informati, a quanto pare.
Quindi, la storia è questa. Cinque giorni fa una signora di Avetrana aveva deciso di far visita ai defunti dopo quasi un mese di assenza da Avetrana. Insieme alla figlia si è recata al camposanto e al termine del solito mesto giro è toccato alla tomba del nonno materno. Non trovandolo più. Al posto del vecchio loculo a pozzo era stata allestita una nuova edicola funebre con marmo nuovo, lampada perpetua, foto e scritta in lettere di metallo. Ma di un’altra persona, una donna sconosciuta. Le due donne si sono così recata dal custode chiedendo spiegazioni di quella profanazione e non trovando risposte si sono recate nel municipio ma anche lì le risposte erano state vaghe. Così la decisione, lo stesso giorno, di chiedere aiuto ad un avvocato che esaminate le carte ha indirizzato una lettera di diffida al comune di Avetrana, nella persona del sindaco Iazzi, chiedendo l’immediato ripristino della vecchia lapide con il suo contenuto e corredo funerario compreso. La missiva ha messo in movimento i vari uffici comunali interessati ed ha spinto il sindaco Iazzi a cercare un contato con la signora. «Abbiamo provato insieme agli uffici a contattare personalmente la concittadina, parente del defunto, purtroppo non riuscendoci», fa sapere Iazzi nella sua comunicazione social.
«La mia assistita ha fissato il suo domicilio nel mio studio ed è qui che devono essere indirizzate eventuali contati o comunicazioni», puntualizza l’avvocato Parlatano che, forte della documentazione sembra essere più che convinto dei diritti violati della salma del nonno, sfrattata prima del tempo e della nipote che non sarebbe stata avvertita. «Sino a fine agosto la tomba era al suo posto, cosa sia successo dopo dovrà spiegarcelo l’ente comunale», insiste l’avvocato.
In effetti dalla documentazione che abbiamo avuto modo di visionare, risulta che a maggio del 2007 la signora stipulò un contratto con il comune che concedeva alla famiglia altri venti anni di esclusiva proprietà del loculo dove era seppellito il nonno passato a miglior vita trent’anni prima.
Il contenuto di quella stipula appare chiaro. «Il rinnovo della concessione – si legge -, è fatta per un periodo di anni venti da oggi». Tale rinnovo di concessione del tombino, come specifica l’atto di stipula, «consente la permanenza degli stessi resti mortali, restando vietati il trasferimento a terzi sia per la vendita che per donazione». A dar ragione al contratto, dunque, la scadenza ventennale della concessione è maggio del 2027. Intanto la famiglia del «nonno scomparso» e l’avvocato Parlatano che ha avuto mandato, chiedono di stringere i tempi e di trovare una soluzione prima della prossima ricorrenza del 2 novembre. «Per quella data dovrò deporre i fiori sulle tomba del nonno», insiste la nipote.
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1 commento
Maria
lun 21 ottobre 09:52 rispondi a MariaSe le ossa sono state messe nell'ossario sarà difficile trovare i resti d|l nonno.