Il prefetto in pensione Vittorio Saladino, commissario straordinario antimafia del comune di Manduria, ha avviato un componimento bonario con l’organismo di mediazione dell’Ordine degli avvocati della provincia di Taranto, chiedendo alla Voce di Manduria e al suo direttore Nazareno Dinoi un risarcimento di 30.000 euro (trentamila), per i «gravi danni subiti per effetto della diffamazione a mezzo stampa».
L’ex prefetto ci contesta di aver dato notizia della sua vicenda processuale che lo ha visto imputato per il reato di abuso d’ufficio. Reato dal quale è stato poi assolto dal Tribunale di Rimini «perché il fatto non sussiste», notizia da noi correttamente e puntualmente pubblicata. Secondo il pensionato che ricopre il ruolo di sindaco del comune di Manduria sciolto per mafia, nei nostri articoli avremmo riportato, «in maniera volutamente fuorviante, non corretta e palesemente denigratoria» che «Saladino avrebbe anato multe senza motivo a parenti e amici». Inoltre avremmo distorto l’altra notizia «per cui il Comune di Riccione si è costituito parte civile con l’avv. Alessandro Sarti secondo il quale sono tre i danni subiti dall’Ente: erariale, d’immagine e morale».
Pronti ad affrontare anche questo ostacolo per il quale ci affideremo con serenità alla giustizia, andiamo avanti con il nostro lavoro di giornalisti con la schiena dritta, convinti di averlo fatto, anche in questo caso che ci viene contestato, con correttezza e scrupolo. Con altrettanto scrupolo riportiamo la notizia dell’autorevole agenzia d’informazione Ansa relativa alla conclusione del processo e del reato contestato al prefetto in pensione Saladino per il quale la pubblica accusa aveva chiesto una condanna a sei mesi di reclusione.
«L’ex prefetto di Rimini Vittorio Saladino è stato assolto nel processo che lo vedeva imputato di abuso d’ufficio, nella città romagnola. Oltre a Saladino, il tribunale riminese ha assolto anche l’ex viceprefetto Giuseppe Puzzo e l’ex vicecomandante della polizia municipale di Riccione Fabio Franchini. A Saladino era contestato un indebito utilizzo di un dipendente della prefettura e di aver fatto anare senza motivo una multa presa dall’auto della moglie». (Ansa del 30 novembre 2018)
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