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Cosimo Digiacomo, 51 anni, è uno degli otto firmatari dell’esposto che ha dato il via alle indagini della polizia concluse con il fermo degli otto ragazzi, sei dei quali minorenni, tutti manduriani...

Il vicino di Antonio: noi abbiamo fatto quello che potevamo quando gli altri erano assenti

Aggressione Aggressione | © La Voce di Manduria

«Chi oggi ci accusa di essere omertosi o peggio ancora di essere responsabili della morte di Antonio, dovrebbe vergognarsi; abbiamo perso il sonno per il nostro vicino e abbiamo fatto quello che le istituzioni avrebbe dovuto fare e non hanno fatto». Cosimo Digiacomo, 51 anni, è uno degli otto firmatari dell’esposto che ha dato il via alle indagini della polizia concluse con il fermo degli otto ragazzi, sei dei quali minorenni, tutti manduriani, accusati di essere gli aguzzini del pensionato Antonio Cosimo Stano, morto il 23 aprile scorso dopo diciotto giorni dal ricovero. La casa di Cosimo è proprio attaccata a quella dove la vittima dei ragazzini «violenti per noia» ha subito ogni genere di abusi e vessazioni, «vere e proprie torture» le ha definite la procura. «Le sue urla le sentivamo ed ogni volta chiamavamo i carabinieri o la polizia», dice il 51enne che ora si sente addosso gli occhi del mondo.

Quando avete deciso di presentare l’ultima denuncia?

«Quando abbiamo capito che la telefonata alle forze dell’ordine non serviva a niente. Quando arrivava la volante, se arrivava, era già tutto finito, così abbiamo deciso di mettere nero su bianco coinvolgendo anche il parroco della chiesa, don Dario De Stefano che ha firmato anche lui l’esposto».

L’opinione pubblica si chiede perché non lo avete fatto prima.

«Purtroppo era diventata una consuetudine, non solo per noi ma per tutti gli abitanti della strada, sentire le urla e le risate di scherno dei ragazzini che si divertivano a bussare alla porta per insultare Antonio. Mai pensavamo a quale livello di violenza si era arrivati. Quando abbiamo visto quei filmati siamo stati male io e mia moglie».

Eppure le richieste di aiuto di Stano che si sentono nei video, sono abbastanza espliciti e udibili a distanza soprattutto di notte.

«Le ripeto che ogni volta che abbiamo avvertito qualcosa abbiamo sempre chiama la polizia o i carabinieri che a volte passavano ma quando tutto era finito; oppure ci dicevano che non avevano pattuglie. Quando ho visto quelle immagini sono stato male, mi creda, davvero non pensavamo dove erano arrivati quei ragazzi. Antonio aveva un carattere particolare, quando gli chiedevamo cosa fosse successo cercava sempre di nascondere le cose, negava tutto. Qualche volta ha anche raccontato ai carabinieri che erano intervenuti su nostra chiamata, di avere avuto fastidi da ragazzi ma minimizzava sempre e negava di conoscerli. Una volta, non ricordo se la polizia o i carabinieri, fecero intervenire l’ambulanza ma lui si fece medicare e rifiutò il ricovero. Disse che dei ragazzini gli avevano tirato delle pietre ed aveva una ferita sulla fronte».

E i suoi parenti, avete mai cercato di avvertirli di quello che succedeva?

«Cosa le devo dire? Che non si sono visti almeno negli ultimi dieci anni? Antonio era sempre solo e non amava le amicizie, rifiutava qualsiasi aiuto e non parlava con nessuno. Scambiava giusto qualche parola con me e con un altro amico, un tale Fabio Dinoi, ma giusto un saluto o al massimo un caffè nel vicino bar».

Secondo lei, Antonio si sarebbe potuto salvare in qualche modo?

«Le istituzioni sono stati assenti, i servizi sociali lo sono stati, la famiglia non si è vista. Pur sentendomi dei sensi di colpa, quello che potevamo fare lo abbiamo fatto, ma mi rendo conto che non è stato abbastanza».

Nazareno Dinoi

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2 commenti

  • leonardo
    dom 5 maggio 2019 12:40 rispondi a leonardo

    TUTTI HANNO SOTTOVALUTATO la vicenda,per prima i ragazzini scemi. in alcune citta fanno la gara chi mette ko il primo passante che capita a tiro.c'è scappato anche il morto a milano. e poi il vicino di casa ha fatto tutto il possibile,al contrario delle istituzioni.bastava prendere i filmati delle telecamere sparse OVUNQUE nelle vicinanze e dalla targa degli scooter o auto di questi imbecilli vistasi la pattuglia piombare a casa ed intimorirli di smetterla con le aggressioni al povero stano,oggi sarebbe ancora vivo.accusano di omerta' tutti i manduriani.facile.nessuno avrebbe avuto paura di 4 cretini.

  • Alessandro il grande
    ven 3 maggio 2019 10:38 rispondi a Alessandro il grande

    E quando fecero intervenire l ambulanza le forze dell' ordine non costatatarono che l uomo aveva subito violenze ed era arrivato il momento di intervenire con più decisione???

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