Mercoledì, 30 Aprile 2025

Cronaca

Giovanni Buccolieri, di 45 anni, il fioraio di Avetrana raccontò ai carabinieri del sequestro di Sarah Scazzi e poi...

Processo Scazzi bis: 2 anni e 8 mesi per il fiorario "sognatore"

Giovanni Buccolieri Giovanni Buccolieri | © La Voce di Manduria

Il giudice monocratico del tribunale di Taranto, Elvira di Roma, ha condannato a due anni e otto mesi di reclusione per false dichiarazioni al pm, Giovanni Buccolieri, di 45 anni, il fioraio di Avetrana che raccontò ai carabinieri del sequestro di Sarah Scazzi e poi ritrattò sostenendo che le sue dichiarazioni erano solo frutto di un sogno e che era stato suggestionato dal clamore mediatico. Il pm Mariano Buccoliero aveva chiesto la condanna a 4 anni. Per l’omicidio della ragazzina, uccisa e gettata in un pozzo di contrada Mosca il 26 agosto del 2010, sono state condannate all’ergastolo con sentenza passata in giudicato la cugina Sabrina Misseri e la zia Cosima Serrano, mentre sta scontando la condanna a 8 anni Michele Misseri (marito di Cosima e padre di Sabrina) per soppressione di cadavere.
Il giudice di Roma oggi ha condannato a 2 anni di carcere un altro imputato, Michele Galasso, un amico del fioraio con il quale avrebbe concordato le versione del sogno poi riferita agli inquirenti. Nel processo principale Cosima e Sabrina sono state condannate anche per il sequestro di persona. Sia Buccolieri che Galasso rispondono di false dichiarazioni al pubblico ministero. Il 9 aprile del 2011 il fioraio disse ai carabinieri che mentre era alla guida del suo furgone per le vie di Avetrana, il 26 agosto del 2010, poco dopo le 13.20, aveva visto Cosima Serrano «vicino alla sua autovettura Opel Astra grigio-azzurro, rivolgersi alla nipote Sarah che era ferma sul marciapiede, dicendole, con tono minaccioso «Moh ha nchianà intra la macchina». Nell’occasione, Sarah - fu riportato nel verbale - era molto turbata e con la testa chinata; all’interno dell’auto della Serrano aveva scorto una sagoma di altra persona di sesso femminile con capelli legati all’indietro che si abbassava mentre Sarah entrava in auto dallo sportello posteriore destro».

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