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Nessuna violenza o minaccia per impedire il controllo di polizia. Così è finito il processo che vedeva imputato un manduriano accusato di aver reagito minacciando gli agenti della polizia di Stato che lo avevano fermato.
I fatti risalgono al 2019 quando durante un controllo di polizia l’uomo di 43 anni avrebbe aggredito verbalmente e minacciato uno dei due agenti al fine di impedire il controllo di polizia. Denunciato e finito sotto processo, la pubblica accusa chiedeva per lui una condanna a dieci mesi di reclusione.
Diametralmente opposta la versione dell’imputato e del suo difensore, l’avvocato Lorenzo Bullo che ha fatto emergere come sia il comportamento che il linguaggio del suo assistito non fosse stato minaccioso e violento e che non avesse impedito di proseguire il normale svolgimento del controllo e pertanto non poteva configurarsi il reato di resistenza a pubblico ufficiale che prevede, appunto, l’uso di violenza e minaccia.
Così, dopo quattro anni da quei fatti, la giudice del Tribunale di Taranto, Anna Lucia Zaurito, ha emesso il verdetto di assoluzione perché il fatto non sussiste.
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